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Oltre 10mila infortuni sul lavoro. L’edilizia è il settore più colpito
Quanto sono sicuri i nostri luoghi di lavoro? E quanto incidono i comportamenti dei lavoratori nella prevenzione del rischio? Se ne è parlato ieri mattina alle Ville Ponti, in un convegno promosso dall’Organismo paritetico provinciale salute e sicurezza. Fabio Conti, professore di Ingegneria di sicurezza e ambiente dell’Università dell’Insubria di Varese e Como, ha sottolineato: "In Lombardia il settore dell’edilizia è quello più colpito, dove le adempienze sono al 90% e le cause più comuni sono il contatto con macchinari fissi o in movimento e le cadute, che nell’edilizia sono un fattore incisivo". Secondo i dati di Regione Lombardia, aggiornati al 5 dicembre, nel 2023 i certificati per infortuni registrati sono 10.818. La pandemia ha influito sull’andamento degli infortuni, diminuiti nel 2021 e nel 2023, con un rialzo nel 2022. Sul territorio di Ats Insubria, ossia nelle province di Varese e di Como, i casi mortali nell’anno passato sono stati 8. Lorenzo Fantini, avvocato giuslavorista e consulente per la sicurezza sui luoghi di lavoro, ha dichiarato: "Ogni giorno abbiamo tre morti sul lavoro. In Italia, ogni anno Inail spende oltre 45 miliardi, pari al 3,21% del Pil per le prestazioni economiche agli infortunati o alle famiglie". Secondo il rapporto dell’Inail del 2023, in Italia sono state 703mila le denunce presentate per gli infortuni accaduti nel 2022 (+24,6% rispetto al 2021), di cui il 15% fuori dall’azienda, 1.208 le denunce per infortunio mortale (1.361 nel 2021, - 15,2%) e 11 milioni circa le giornate di inabilità. Le ricerche europee ci dicono che sette infortuni su dieci sono causati dai lavoratori. Distratti, o non adeguatamente formati. La formazione (un costo) è carente e non sempre di qualità. Ma è fondamentale per accrescere la consapevolezza dei rischi. S.V.