I due presunti responsabili guardati a vista in carcere, si temono aggressioni

Spauriti e timorosi, ricevono i pasti direttamente in cella. Anche l’ora d’aria è in isolamento. Intanto a Venegono presidio silenzioso davanti ai binari

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Rimangono in carcere a Busto Anthony Gregory Fusi Mantegazza e Hamza Elayar, i due giovani ritenuti responsabili dello stupro e delle molestie sul treno e alla stazione di Venegono Inferiore. Negli interrogatori il 21enne italiano avrebbe confermato di aver partecipato senza essere l’esecutore materiale, mentre il nord africano avrebbe negato di essere il colpevole, spiegando di essere stato scambiato per qualcun altro.

Nella struttura detentiva i due sono stati isolati dagli altri carcerati per paura della reazione che gli stessa possano avere verso gli stupratori. Per chi commette reati di carattere sessuale, in prigione sono previste sezioni dedicate speciali. Esiste una sorta di codice d’onore, tra i carcerati, che prevede aggressioni verbali e fisiche. Chi li ha visti in carcere parla dei due sospettati come di due ragazzi spauriti e timorosi, che ricevono i pasti direttamente in cella. Per loro non esistono attività lavorative e men che meno sportive o ludiche. Anche l’ora d’aria si consuma in rigoroso isolamento.

Intanto a Venegono Inferiore, dove abita il giovane italiano completamente staccato dalla famiglia di origine, un centinaio di persone si sono ritrovate dopo aver risposto a un appello girato in modo spontaneo sui social per un presidio silenzioso proprio davanti alla stazione. Donne e uomini di ogni età indignati hanno indetto un presidio silenzioso cui ha partecipato anche il sindaco Mattia Premazzi (nella foto).

C.S.