'Mensa dei poveri', Caianiello: "Ho preso soldi, non tangenti"

Prime parziali ammissioni del dominus forzista nel Varesotto

Nino Caianiello

Nino Caianiello

Gallarete (Varese), 27 agosto 2019 - E alla fine parlò anche il Mullah. Servendo ai pm le prime ammissioni su un suo ruolo nell’affaire “mensa dei poveri”. Passati circa tre mesi dal maxi blitz della Dda di Milano che il 7 maggio portò a 43 misure cautelari, sono arrivate nei giorni scorsi le prime parziali ammissioni di Nino Caianiello, presunto “burattinaio” di un vasto sistema di mazzette, appalti truccati, nomine pilotate e finanziamenti illeciti alla politica.

In particolare, l’ex plenipotenziario di Forza Italia in provincia, sentito dai pm il 6 agosto, ha confermato, da quanto si è saputo ieri, di aver incassato soldi e in particolare dall’ex segretario azzurro a Gallarate Alberto Bilardo, che ha già collaborato nelle indagini con centinaia di pagine di verbali, nell’ambito di una presunta vicenda corruttiva.

A ogni modo, Caianiello non è mai riuscito ad usare la parola «tangenti» e alle domande degli inquirenti, che si aspettavano ammissioni complete, l’ex esponente azzurro, che si era detto pronto ad un cambio di linea rispetto alla chiusura iniziale, ha risposto: «Scusate, ma non ce la faccio».

In un primo faccia a faccia coi pm di metà giugno Caianiello, aveva portato una versione non convincente, quella del «politico influente» che aveva ricevuto la «delega da Lara Comi», ormai ex eurodeputata e anche lei tra gli oltre 100 indagati, per occuparsi del partito. Poi, messo di fronte alle contestazioni, comprese le presunte “retrocessioni” da lui incassate con le nomine di suoi uomini in società pubbliche, ha negato e ha parlato solo di soldi leciti versati “in chiaro” al partito.

Nelle scorse settimane assistito dal legale Tiberio Massironi, ha mutato atteggiamento, tanto che già nell’interrogatorio di venti giorni fa erano attese definitive ammissioni, anche per aprire la strada a un’ipotesi di patteggiamento (scelta già fatta da una decina di indagati, tra cui lo stesso Bilardo). Davanti ai pm Silvia Bonardi e Adriano Scudieri, Caianiello ha sì ammesso di aver incassato denaro senza, tuttavia, mai fare apertamente riferimento a stecche. Per i prossimi giorni, comunque, è previsto un altro interrogatorio, alla presenza del pm Luigi Furno.