Dal caso Cecchettin spinta a denunciare

I femminicidi nazionali, come quello di Giulia Cecchettin, hanno spinto le donne a denunciare maltrattamenti. Il vice questore di Legnano conferma un aumento delle segnalazioni e la paura delle ritorsioni post-denuncia.

I casi di femminicidio che hanno avuto una eco nazionale, in particolare quello che ha riguardato Giulia Cecchettin, hanno creato una nuova spinta a denunciare i maltrattamenti e tutti i comportamenti che possono costituire il preludio ad atti di violenza: a confermare questa tendenza è il vice questore del Commissariato di Legnano, Ilenia Romano. "Dal mese di dicembre c’è stata sicuramente un atteggiamento diverso, come se le coscienze fossero state scosse da quanto accaduto – spiega –. Dal nostro osservatorio possiamo confermare che quell’episodio ha contribuito a generare una diversa e più impellente necessità di mettersi in contatto con le forze dell’ordine. Altro dato che abbiamo rilevato e che valutiamo come positivo, è che chi si è rivolto a noi sapeva dell’esistenza della stanza dedicata alla gestione di questi episodi. Se la spinta emotiva della gravità del fenomeno rilevata a livello nazionale ha provocato un movimento in questa direzione, dunque, noi abbiamo fatto il possibile per farci trovare pronti". Cosa temono di più le donne dopo la denuncia? "Sicuramente la ritorsione, hanno paura che quanto stanno facendo non sia sufficiente. Spesso il maltrattante le illude ed

emerge la speranza che le cose possano davvero cambiare. E lì, talvolta, le cose invece si complicano".P.G.