Varese, le associazioni degli esercenti: "L’iniziativa #IoApro non è una buona idea"

Confesercenti e Confcommercio invitano i propri aderenti a evitare azioni illecite: "Si rischiano sanzioni pesanti"

Il presidente provinciale di Confcommercio Giordano Ferrarese

Il presidente provinciale di Confcommercio Giordano Ferrarese

Varese, 15 gennaio 2021 - Confesercenti e Confcommercio fanno fronte comune contro l’iniziativa #IoApro. Una mobilitazione nata online nei giorni scorsi e che è presto diventata virale sui social. Un tam tam rivolto a bar e ristoranti, invitati ad aprire le proprie attività nella giornata di oggi in segno di protesta contro le misure adottate dal Governo negli ultimi mesi. Ma per le associazioni di categoria le modalità dell’iniziativa sono tutt’altro che condivisibili.

"Abbiamo sempre sostenuto le proteste civili e siamo pronti ancora a sostenerle, ma non possiamo sostenere manifestazioni atte a sconfinare nell’illegalità", fanno sapere da Confesercenti Varese. L’associazione lancia poi un messaggio a chi vuole manifestare in questa occasione. "Fatelo, ma nel rispetto delle regole, nel rispetto della salute altrui mantenendo un comportamento che possa contenere la diffusione del virus".

Alle attività di ristorazione e ai pubblici esercizi Confesercenti ha inviato una nota in cui vengono spiegate nel dettaglio quali sono le conseguenze in cui si può incorrere in caso di mancato rispetto delle norme di contenimento del Covid-19. Sanzioni pecuniarie che vanno da 400 a mille euro, a cui si possono sommare anche la chiusura provvisoria dell’attività e denunce penali.

E a rischiare sanzioni sono pure i clienti. A specificarlo è anche Fipe Confcommercio Varese. "È bene che chi deciderà di aderire, gestori dei locali e avventori, sappia esattamente a cosa va incontro", commenta il presidente provinciale Giordano Ferrarese. "Abbiamo sempre sostenuto, perché ne siamo convinti, che i nostri locali sono sicuri – continua – ma se in seguito ad aperture forzose si dovesse casualmente registrare un nuovo picco nei contagi, l’intero settore ne uscirebbe ulteriormente danneggiato e sarebbe probabilmente sottoposto a nuovi provvedimenti ulteriormente restrittivi".