Avance a un’hostess, sindacalista a processo

I tentativi di approccio respinti non l’hanno fatto desistere: l’uomo, assistente di volo a Malpensa, è accusato di molestie

Il processo ha appena preso il via al tribunale di Busto Arsizio

Il processo ha appena preso il via al tribunale di Busto Arsizio

Busto Arsizio (Varese) - Mani addosso con ogni scusa, avances e tentativi di approccio sessuale esplicite. Di questo è accusato un assistente di volo e sindacalista, il cui processo ha preso il via questa settimana in Tribunale a Busto Arsizio, dopo la denuncia di una collega e la testimonianza di altre assistenti di volo. Le indagini sono iniziate diversi mesi fa, quando una hostess in servizio presso una compagnia aerea – di base a Malpensa – ha deciso di denunciare il collega sindacalista, a tre mesi dall’episodio che l’avrebbe vista vittima di molestie sessuali. Tutto sarebbe iniziato con la proposta di un "massaggio" per allentare la tensione alle spalle della donna, per poi proseguire con approcci via via più espliciti, nonostante i netti rifiuti di lei e i tentativi di divincolarsi.

La giovane, è emerso dalle indagini, si era rivolta al sindacalista per tentare di risolvere una questione legata alla sua posizione lavorativa, una volta rientrata in servizio dopo la seconda maternità. Proprio per affrontare una questione cosi delicata la donna si era convinta ad abbandonare un sindacato per rivolgersi a quello del collega finito a processo, credendo di poter ottenere un supporto migliore. Quello che non si sarebbe mai aspettata invece, sarebbe la reazione dell’uomo durante il colloquio, ovvero una serie di palpeggiamenti dopo aver usato la scusa del "massaggio".

A seguito della sua denuncia altre assistenti di volo sono andate a testimoniare in Procura i presunti altri approcci molesti da parte dello stesso collega del sindacato, tra cui una hostess che avrebbe spiegato agli inquirenti di essere stata molestata pesantemente durante un volo e una seconda giovane di origine straniera. Il tutto, secondo le presunte vittime, senza che la sigla sindacale facesse nulla per rimuoverlo da suo incarico. L’uomo si è sempre difeso e la battaglia per la verità si combatterà in aula nella prossima udienza, quando il dibattimento entrerà nel vivo.