Vizzolo, bimbi nati in ospedale: cinque madri segrete in un anno

Piccoli lasciati dalle mamme che non possono crescerli

All’ospedale Predabissi è presente la culla della vita per affidare i neonati ai medici

All’ospedale Predabissi è presente la culla della vita per affidare i neonati ai medici

Vizzolo Predabissi (Milano), 22 novembre 2019 - Madri segrete. Nel 2019 all’Asst di Melegnano e della Martesana si sono registrati cinque casi, uno a Vizzolo e quattro a Melzo, di bambini nati in ospedale e non riconosciuti dai genitori. Non può non strappare un sorriso la storia di Giulia, figlia di una giovane nigeriana che ha deciso di partorire in ospedale e di non tenere la neonata. La piccola è rimasta dunque in carico al personale sanitario, in attesa dell’affido ad una nuova famiglia, come avviene in questi casi. Alcuni giorni dopo le dimissioni, però, la mamma ci ha ripensato ed è tornata per riprendere con sé la figlia, ribattezzata Giulia da medici e infermieri. "Con gli occhi pieni di lacrime, all’inizio la signora aveva detto che non avrebbe riconosciuto la piccola, dopo il parto. Mi è sembrata una decisione dolorosa e non del tutto convinta – racconta Giovanni Traina, primario di pediatria negli ospedali di Melzo e Cernusco sul Naviglio -. In effetti, cinque giorni dopo, quella donna è tornata".

Non è andata allo stesso modo per Riccardo, figlio di un’italiana, maggiorenne, decisa a non tenere con sé il bambino. Il piccolo, al quale non è certo mancato l’affetto del personale sanitario - "e anche un ampio corredo di vestitini, procurati attraverso una gara di solidarietà", ricorda Traina - è stato assegnato a una famiglia dopo che l’azienda sanitaria ha segnalato il caso al tribunale dei minori, come di prassi. "Riccardino aveva già più di un mese, quando è uscito dall’ospedale per andare a vivere coi nuovi genitori – spiega il primario -. L’iter prevede che passino in media 3, o 4 settimane prima dell’assegnazione ad una famiglia. Nel frattempo, i bambini ricevono dalle nostre strutture tutte le cure del caso". Delicatezza e umanità anche nel rapporto tra il personale ospedaliero e i genitori naturali di questi neonati: "Il nostro compito non è certo quello di dare giudizi, ma di garantire alle donne e ai bambini tutta l’assistenza necessaria", specifica il primario.

Dopo il terribile episodio di Firenze, dove nei giorni scorsi una neonata è stata abbandonata e trovata senza vita all’interno di una borsa lasciata accanto a una farmacia, l’Asst di Melegnano e della Martesana ricorda che esiste il diritto di partorire in ospedale, in sicurezza e nel totale anonimato, "per quella madre o padre che non vogliano riconoscere il proprio figlio". Al Predabissi è anche presente la "culla della vita", riproposizione in chiave moderna della ruota degli esposti. Si tratta di un dispositivo anti-abbandono, un ambiente termoregolato e protetto, dov’è possibile lasciare i neonati indesiderati per affidarli alle cure dei medici. Donata al nosocomio dall’associazione Corti&Rossi, la culla è tornata in funzione nel 2018 dopo essere rimasta nattiva per sette anni, durante i quali era venuta a trovarsi in un settore dell’ospedale irraggiungibile a causa di alcuni lavori di ristrutturazione. Coi due punti di nascita di Vizzolo e Melzo, all’Asst di Melegnano e della Martesana si effettuano circa 1.300 parti all’anno. L’azienda sanitaria è punto di riferimento per l’utenza di un ampio bacino geografico che spazia e copre le pazienti dall’area del Sud Milano fino ai confini con le prime cittadine della Bergamasca.