Rimaflow, dall’amaro partigiano alla vodka antisessista

Un nuovo liquore “socialmente impegnato” prodotto alla Rimaflow, la fabbrica autogestita di Trezzano

Le bottiglie confezionate a Trezzano in collaborazione tra Rimaflow e comitato Kollontai

Le bottiglie confezionate a Trezzano in collaborazione tra Rimaflow e comitato Kollontai

Trezzano sul Naviglio (Milano), 17 luglio 2020 - Dopo l’Amaro Partigiano, realizzato con erbe selezionate dai sentieri percorsi dai partigiani durante la Resistenza, nasce in casa Rimaflow la "Vodka antisessista Kollontai", un triplo distillato intenso, di qualità, che non è solo buono ma pone anche l’attenzione su temi importanti.

La fabbrica recuperata di Trezzano, un tempo leader nel settore delle componenti d’auto e da oltre dieci anni "cittadella dei mestieri", dove gli ex operai hanno riorganizzato gli spazi dopo la chiusura, ha iniziato quattro anni fa la produzione di un amaro, con la collaborazione degli Archivi della Resistenza, a Massa Carrara, che da anni lavora per ricostruire le pagine della Liberazione. Selezionando le erbe che i partigiani trovavano sui loro sentieri, la fabbrica ha realizzato il particolare liquore. Una produzione che si è rivelata un successo, tanto da convincere i lavoratori ad avviare una nuova collaborazione, questa volta con il comitato Kollontai, formato da esponenti del movimento femminista e lgbtiq.

"Un’autoproduzione per porre l’accento sulla strumentalizzazione della violenza subita dalle donne e far emergere, al contempo, forme di autodeterminazione – spiegano da Rimaflow e Kollontai –. L’alcol è spesso usato per giustificare la violenza sulle donne o per colpevolizzarle per ciò che hanno subito. Un sessismo che mina la credibilità delle vittime e che porta a verità ribaltate che rispondono alla bieca logica del "se l’è cercata". La violenza non è responsabilità di chi beve o dell’alcol, ma di chi la compie". Per rafforzare questo pensiero, i proventi della vendita della vodka serviranno a finanziare progetti di accoglienza e sostegno per persone in difficoltà, avviando inoltre percorsi di autonomia economica per chi subisce discriminazioni di genere, cercando di dare una mano a chi vive in una condizione di fragilità.