PATRIZIA TOSSI
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San Donato, la fattoria degli orrori: "Tutti sapevano"

Salvati un mulo e 25 galline. L’associazione Mondo Gatto attacca: "Situazione segnalata più volte"

Nel fine settimana il blitz delle guardie zoofile. Gli animali vivevano tra i rifiuti

San Donato (Milano), 28 luglio 2020 - Tutti sapevano del “terreno degli orrori”, ma nessuno è mai intervenuto per sanare la situazione di via Marcora. All’indomani dell’intervento delle guardie zoofile, che sabato mattina hanno sequestrato un mulo e 25 galline maltenute, la città è indignata. A sollevare il polverone è stato l’esposto alla Procura scritto da un consigliere dell’opposizione, Cesare Mannucci, ma la situazione era già stata segnalata diverse volte dai titolari di una società che si affaccia sul terreno di via Marcora. "Tutti lo sapevano di questa situazione e da anni: Comune, vigili e Ats ne erano a conoscenza", conferma Marinella Parmigiani, responsabile dell’associazione Mondo Gatto di San Donato, che già a inizio anno aveva segnalato il degrado dell’area. "Il 10 gennaio di quest’anno, ho inviato una mail ad Ats e al Comune di San Donato – ricorda la volontaria del gattile sandonatese – con foto e video del campo. E in quell’occasione ho saputo che erano già a conoscenza del problema".

Già nel 2013, i titolari del concessionario Autosud avevano contattato il Comune nel tentativo di fare intervenire l’ufficio tecnico e cancellare così il degrado. Sul terreno, infatti, negli anni è stata costruita una baracca con materiale di recupero, dove probabilmente ci sono anche lastre di eternit malconce, un recinto con degli animali da cortile tenuti sotto il sole e con poche cure, pattume sparso ovunque. Il tutto su un terreno di proprietà privata. "Addirittura l’Ats in passato ha microchippato l’asino – dice Marinella Parmigiani – dando parere favorevole, perché secondo loro non c’era maltrattamento".

A gennaio, qualcosa si è mosso. Ma inutilmente. "Dopo la mia segnalazione, i veterinari di Ats sono usciti di nuovo – aggiunge Parmigiani - e anche questa volta non hanno trovato nulla da ridire. Ho fatto notare il degrado, con rifiuti di ogni genere. La persona che accudiva gli animali spesso bruciava ogni genere di masserizie. Alla fine tutti sapevano da anni, ma hanno preferito, per il quieto vivere, non intervenire mai in maniera risolutiva". Al momento non sono noti gli atti scritti per intimare il ripristino del decoro e dell’igiene sul terreno, ma forse l’interrogazione urgente presentata al sindaco Andrea Checchi potrebbe riservare qualche colpo di scena e far emergere le carte. "L’unica misura presa dal Comune è stata un’intimazione verbale alla proprietà – ricorda Mannucci - che, ovviamente, i proprietari non hanno mai eseguito, non essendoci una vera ordinanza".