Rozzano, Giuseppe Rizzi racconta la sua odissea: "Morso dal ragno violino, sono salvo"

I medici inizialmente non riuscivano a trovare l'antidoto

Giuseppe Rizzi

Giuseppe Rizzi

Rozzano (Milano), 25 agosto 2018 - ​Le gambe, appoggiate sul puf, sono avvolte da ampie fasciature. Il morale sta tornando quello di sempre così come le forze che, fino a qualche giorno fa, non gli permettevano nemmeno di stare in piedi. Giuseppe Rizzi, 63 anni, residente nella parte rozzanese di MilanoFiori, riesce a sdrammatizzare: nei giorni scorsi è stato morso da un esemplare di «loxosceles rufescens», meglio noto come ragno violino. Lo fa ironizzando su come un esserino così minuscolo – anche se in realtà appartiene alla famiglia dei ragni velenosi anche per l’uomo – sia riuscito a metterlo ko.

«Ero in quel letto d’ospedale e stavo andando in depressione. Poi hanno trovato la causa e il rimedio, così sono tornato a casa».

«Dopo la diagnosi – racconta – mi hanno somministrato una crema. Dovrebbe rimettermi in sesto. Il 12 settembre ho una nuova visita di controllo in Humanitas e spero di archiviare questa esperienza. Ma me la sono vista brutta».

Come si è accorto del morso?

«Non me ne sono accorto. Tutto è iniziato la seconda settimana di agosto, quando ho notato due puntini sulla gamba destra. Ho pensato a qualche puntura di zanzara ma, quando ho iniziato a sentire dolore e le zone vicino alle punture hanno cominciato a gonfiarsi come bolle e ad assumere uno strano colore nero, sono andato dal medico. Mi ha prescritto un antibiotico. Anzichè regredire, però, il dolore aumentava. Due giorni dopo ho notato un puntino rosso anche sulla gamba sinistra e sono andato al pronto soccorso».

Lì le hanno riscontrato il problema?

«No. Mi hanno dato un altro antibiotico, più forte ma i dolori erano sempre più lancinanti. Non riuscivo a reggermi in piedi. Quando il lunedì successivo mi sono recato in ospedale per il controllo mi hanno ricoverato».

Ma aveva idea di cosa poteva averla punta?

«No. Né io né i dottori che mi hanno dato quattro antibiotici differenti, più uno ad ampio spettro, per provare a curarmi. Ma nulla. Mentre ero ricoverato mi hanno sottoposto a tac per vedere se la necrosi, che cresceva a vista d’occhio, aveva colpito i tessuti più interni e mi hanno fatto diversi esami di coltura per verificare se quello che poteva essere un virus o un veleno avesse contagiato il sangue. Nel frattempo soffrivo: prendevo le medicine, mi debilitavo e vedevo queste bolle nere espandersi. Erano dolorosissime. Avevo anche paura. In ospedale ho pensato al peggio. Mi hanno dato forza e coraggio mia moglie, le mie figlie e le mie nipotine».

Come ha scoperto la causa?

« I miei familiari hanno contattato il centro antiveleni di Niguarda per sapere se avevano trattato precedenti simili. Descritti i sintomi, gli esperti hanno ipotizzato la causa: il morso di un ragno violino. Così mi hanno prescritto una pomata antibiotica che dovrò applicare fino a settembre».

Ma il ragno lo avete trovato?

«Pensavamo fosse nel giardino, vicino alle piante. Poi, quando ero in ospedale, mia figlia si è avvicinata al divano di casa e si è trovata davanti un ragnetto, piccolo piccolo. Era legato al suo filo e, insieme al marito, lo ha catturato con un fazzoletto di carta, senza schiacciarlo troppo. Poi ha mandato la foto al centro veleni e hanno avuto la certezza.