Mediglia, 64 morti alla casa di riposo: parte una diffida

Quasi la metà degli ospiti della struttura è deceduta

La casa di riposo

La casa di riposo

Mediglia (Milano), 3 aprile 2020 - Alla casa di riposo di Mombretto, a meno di un mese dai primi casi conclamati di coronavirus, l’angosciante bilancio è di 64 decessi, poco meno della metà degli anziani ospitati. Una lenta strage, i cui numeri vengono tristemente aggiornati quotidianamente, che sta continuando a sollevare polemiche e dubbi circa la corretta gestione dell’emergenza da parte di tutti gli enti coinvolti. Sotto i riflettori, i ritardi e le omissioni nel comunicare i dati del contagio e le misure di contenimento dell’infezione.

Sale la rabbia e l’angoscia deI famigliari, che hanno fatto partire una diffida nei confronti di Ats Città Metropolitana affinché la stessa provveda a disporre immediatamente la sanificazione delle aree in cui sono attualmente ospitati i pazienti asintomatici e alla creazione di un cordone sanitario, sulla base dell’esperienza di strutture analoghe nel territorio regionale. «A oggi – denunciano – non risulta una valutazione reale delle condizioni di salute dei nostri congiunti, in quanto non tutti gli anziani attualmente ospiti della struttura sono stati sottoposti a tampone diagnostico e la distribuzione in aree differenziate della struttura avviene esclusivamente sulla base della manifestazione sintomatologica. Visto il propagarsi della contaminazione del Covid 19 all’interno della struttura, considerato che le misure ad oggi prese non hanno portato ai risultati sperati e che il numero di malati e deceduti è in costante aumento, diffidiamo Ats a disporre l’immediata sanificazione della struttura, nella consapevolezza che le attività fin ora poste in essere non possono essere considerate a nostro avviso sufficienti per la preservazione dell’incolumità dei nostri congiunti e soprattutto nella speranza che nuove misure di prevenzione, atte a verificare il reale stato di contagio degli ospiti, possano garantire lo stato in vita a chi oggi risulta ancora non affetto».