Buccinasco, 40 ragazze al corso di autodifesa: "Impariamo a non avere paura"

Le studentesse di 13 e 14 anni a lezione con gli agenti della polizia locale

Corso di autodifesa a Buccinasco

Corso di autodifesa a Buccinasco

Buccinasco (Milano), 15 febbraio 2020 - Mai come quest’anno c’è stata così tanta partecipazione. Quaranta ragazze, studentesse delle medie di via Emilia di 13 e 14 anni, hanno deciso di prendere parte al corso di autodifesa promosso dal Comune con il contributo della polizia locale di Buccinasco. Sono stati gli agenti a insegnare alle alunne le tecniche di difesa. Ormai da quattro anni l’iniziativa viene replicata con grande successo. Da una parte, il dato è positivo: significa che in tante vogliono essere preparate ad affrontare situazioni di pericolo. Dall’altra, il numero così alto di partecipanti fa pensare che le ragazze possano temere aggressioni e molestie. E a confermarlo sono proprio loro, le 13enni che attendono di iniziare il corso, curiose, pronte a imparare "tutto, voglio capire come reagire se mi capita qualcosa di brutto", dice una di loro. Le fa eco l’amica: "Si sentono tante cose, i giornali ne parlano in continuazione". Sono proprio i temi di triste attualità a spaventare queste studentesse. Ragazze violentate, picchiate, uccise. "Ogni giorno si sente qualche storia tragica – ripetono altre due 14enni –. E se dovesse succedere a me?". Sono ragazzine che ancora non hanno il permesso di uscire la sera, che al massimo vanno alla festa del compagno, sempre in presenza di adulti. Piccole donne che sanno però come gira il mondo. Frequentano il corso che applica la dottrina del krav maga per difendersi, non per picchiare.

E quello che fa più paura è "proprio avere paura". Quello che viene insegnato è prima di tutto l’approccio mentale, sviluppare autostima e sicurezza. Oltre a saper assestare un bel colpo deciso quando qualcuno prova a mettere le mani addosso. Qualcuna ha già vissuto la molestia, a soli 14 anni: "Un signore davanti alla scuola, ho visto che mi scattava delle foto, poi si è avvicinato, come se volesse toccarmi. Sono scappata", racconta una ragazza. Le altre parlano di "sguardi insistenti, uomini che al parco fissano. È bruttissimo perché non sappiamo che intenzioni hanno". E poi ci sono i compagni di classe, con il linguaggio dei ragazzini che ferisce come un palpeggiamento: "Offese, insulti, cicciona di m.", ripetono alzando le spalle. "Qualcuno ci va giù pesante: ti violento, ti stupro". Cose che si sentono nella cronaca, che magari non vengono spiegate dai genitori. Così come i testi di certe canzoni, che passano nelle orecchie dei 14enni in continuazione, tanto che poi quelle frasi volgari e sessiste diventano patrimonio verbale. Le studentesse temono quello che le aspetta fuori dalle medie: tra qualche mese andranno alle superiori, "dovremo prendere i mezzi, anche lì se ne sentono tante".

E allora vogliono essere pronte, preparate a reagire. A “formarle” ci pensa la squadra della polizia locale: il comandante Matteo Lai, gli agenti Corrado Macrì, Maria Pia Di Girolamo, Matteo Vecchiato, tutti uniti per trasmettere a queste ragazze sicurezza, "senza diventare paranoiche – assicura Macrì – ma consapevoli, apprendendo trucchetti per usare il cervello e difendersi dalle minacce". Ci pensa il criminologo Massimo Blanco, anche lui presente al corso iniziato ieri, introdotto dall’assessore alle Pari opportunità Grazia Campese: "Bisogna lottare ragazze – si è rivolta alle studentesse – affinché le donne abbiano gli stessi diritti. Dobbiamo mettercela tutta, essere sorelle, essere anche un po’ femministe. Ma non contro i maschi, per noi stesse. E il rispetto, non fatevelo mai togliere".