Vi racconto il mio amico Giovanni Trapattoni. "Coccolato dai figli e dai nipoti dopo la perdita della moglie Paola”

L’opinionista tv Giuliano Sala: "Bello incontrarlo quando passeggia a Cusano Milanino, gli mancano le interviste e tornerebbe in campo domattina"

Giuliano Sala e Giovanni Trapattoni

Giuliano Sala e Giovanni Trapattoni

"Incontrare Giovanni Trapattoni mentre cammina sul lungo viale di Cusano Milanino con chi gli sta vicino è sempre piacevole. D’inverno è tutto imbacuccato e quasi non lo si riconosce, però se poi si ferma a parlare allora apre il suo album di ricordi. Bellissimi". Giuliano Sala, apprezzato opinionista televisivo e tifoso juventino, conosce da una vita “Giuani“, avendo vissuto di fronte all’abitazione di Romilda, l’amata sorella dell’ex allenatore, consacrata nelle Suore di Maria Bambina e scomparsa nel 2013. "C’era grande amicizia fra le nostre famiglie, e un legame ancora fortissimo con Trapattoni. So che giocava all’oratorio, e poi a Niguarda... suo papà non voleva ma quel ragazzo nato in una vecchia cascina ha segnato la storia".

Gli ultimi anni di Trapattoni non sono stati facili. La malattia della moglie Paola, la sofferenza di entrambi, la scomparsa poco più di un anno fa dopo una lunga battaglia di una donna forte e coraggiosa, il successivo e naturale periodo di disorientamento. Giuanin e Paola Miceli si erano conosciuti nell’estate del 1960 durante le Olimpiadi di Roma, nel ritiro di Grottaferrata. Una dolce e timida corte fra una battuta e un bicchiere di vino nella cantina dei nonni, poi il matrimonio nell’Abbazia di San Nilo il 3 giugno del 1964 e una storia d’amore bellissima che spesso ha occupato le copertine dei media, come il giorno in cui la signora Paola “minacciò“ il marito di chiuderlo in casa e buttare la chiave in caso di nuove velleità da panchina (2016) o quello più bello del romantico “bacio alle Maldive“ (2018).

"Si vedeva quanto fossero legati. Anche negli anni della malattia andavano in giro insieme, lei entrava in farmacia ma sembrava che l’ammalato fosse lui. Il momento del trapasso è stato doloroso, il funerale fu solo su “invito“ e molto riservato per volere della famiglia, non tutti sapevano cosa fosse accaduto. Ma poi grazie all’amore dei suoi figli e dei nipoti il Trap si è rasserenato. Aver visto soffrire così la donna che aveva sposato lo ha fatto stare davvero male. Ricordo ai tempi del Covid, era lei a proteggere Giuanin: “State lontani e non vi avvicinate“ ripeteva quando ci incontravamo“. Una donna fantastica",

Oggi il Trap vive nella zona residenziale di Cusano, dove ci sono villette liberty dei primi del ’900 in mezzo al verde. Una casa enorme e a volte silenziosa, ma sempre accogliente e calorosa perché la figlia Alessandra, "persona carinissima e con lo stesso sorriso della mamma" è a due passi e anche il figlio Alberto passa di frequente. E poi ci sono gli adorati nipoti (Sveva la più piccola) a far compagnia al Trap, Riccardo per un po’ ha pure curato l’immagine “social“ del nonno. "La presenza degli affetti più cari fa stare bene Giuanin - prosegue l’amico Giuliano -. Lui quando può va a fare due passi con una persona che lo aiuta e gli fa compagnia. Si ferma a parlare con tutti i vecchi amici o anche con tifosi e gente qualunque ed è sempre molto lucido. Quando ci incontriamo rievoca le cose belle di una volta, fosse per lui andrebbe ancora in campo domani mattima. E soprattutto continua a vedere calcio. Vero, ogni tanto c’è un velo di malinconia nelle sue parole, mi ha confessato che gli mancano le interviste. Però parliamo di tutto, non solo di pallone. Però non ha perso le belle abitudini: due passi all’oratorio e soprattutto quando c’è bel tempo va in centro nel bar delle sorelle Maldera e si ferma a mangiare gelato. Proprio come faceva con la moglie....".

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