Francesca Schiavone: dopo la malattia riparte dalla sua Milano

Il tennis club di Segrate ha annunciato l'ingaggio della Leonessa d'Italia, alla sua prima esperienza dopo il male combattuto e vinto e a 10 anni esatti dal trionfo al Roland Garros

Francesca Schiavone

Francesca Schiavone

Milano, 3 febbraio 2020 - Francesca Schiavone riparte da Milano. A dieci anni esatti da quella vittoria storica al Roland Garros, la Leonessa d’Italia riparte dalla Milano Tennis Academy, che ne ha annunciato l’ingaggio in qualità di supervisore. Proprio lei che, meno di un mese fa, aveva annunciato d’aver sconfitto un tumore ed essere tornata ad alti livelli.

Porta in dote vent’anni di carriera ad altissimi livelli, un Roland Garros vinto e una finale persa l’anno successivo, oltre a svariati altri successi, il numero 4 del mondo raggiunto come vetta più alta della sua carriera e un tennis meraviglioso. Un bagaglio d’esperienza con pochi eguali nel mondo della racchetta, che da qualche settimana Francesca Schiavone ha deciso di mettere a disposizione della Milano Tennis Academy, dove la milanese – 40 anni il prossimo 23 giugno – si è messa in gioco nel primo vero incarico continuativo del suo post carriera. “Sono felicissima di essere tornata sui campi da tennis, e di iniziare la collaborazione con la MTA”, le prime parole della miglior tennista azzurra di sempre, al lavoro nell'accademia di Segrate già dai primi di gennaio. Ha avuto tempo per ambientarsi, conoscere i ragazzi e iniziare a confrontarsi con i colleghi, e ora parte un progetto che la vede nel ruolo di supervisor, impegnata con tutti i giocatori di base sui campi della MTA, dai giovani della scuola tennis fino ai professionisti. “L’ingresso di Francesca – spiega Piercarlo Guglielmi, general manager della MTA – dimostra che l'accademia sta continuando a investire e a guardare avanti, in un progetto a medio-lungo termine che in un paio d'anni ci ha già portato a fare tanta strada. Abbiamo scelto Francesca perché è una figura dall’enorme esperienza e perché incarna in pieno i nostri valori. Vediamo il suo arrivo come una sorta di certificazione della qualità del lavoro svolto fino a qui. Il suo arrivo ci permetterà di fare ancora meglio, e rappresenta una decisa apertura verso la possibilità di avere in accademia sempre più atleti professionisti”.

Nell’anno in cui spegnerà le dieci candeline per il suo storico trionfo al Roland Garros (che ha dato il la agli anni magici del tennis italiano in gonnella), la milanese si è buttata in un nuovo progetto che l’ha subito conquistata. Tanto che è stata lei stessa a chiedere di trascorrere più ore possibile in campo, per soddisfare quel desiderio innato di trasmettere la sua enorme passione per il gioco. “Il suo carisma – dice Ugo Pigato, direttore sportivo della MTA – la aiuta tantissimo. Le bastano poche parole per motivare i ragazzi, e offrire loro degli spunti tecnici sui quali lavorare. È nella sua indole voler toccare con mano il lavoro quotidiano e voler conoscere i ragazzi dal punto di vista caratteriale, per poterli veramente aiutare a migliorare. Francesca sta pian piano prendendo coscienza di quanto una figura della sua esperienza possa dare a dei giovani emergenti. Sugli atleti di livello più alto, per esempio, può incidere tantissimo: dove la qualità è già pregiata il dettaglio può fare la differenza”. Ma non solo, perché una come Francesca può essere molto utile anche ai colleghi. “Possiamo mettere a confronto vari tipi di esperienza – dice ancora Pigato –, traendo nuovi spunti per migliorarci ogni giorno. È così che si cresce tutti quanti, insieme”. Con lavoro, grinta e passione. Tre delle qualità che hanno condotto Francesca nel club delle leggende.