
Gasperini chiude l'era all'Atalanta dopo 3.300 giorni e 439 partite. Ora punta a riportare la Roma in Champions League.
È finita l’era Gasperini a Bergamo, dopo 3.300 giorni e 439 partite con 786 punti conquistati, dopo record difficilmente eguagliabili (tra cui i 78 punti nel 2020 e 2021) e quel trofeo che lo legherà per sempre all’Atalanta e alla sua storia: l’Europa League vinta a Dublino il 22 maggio 2024. Era cominciata nell’agosto 2016 con una vittoria per 3-0 in un turno di Coppa Italia contro la Cremonese, è finita domenica sera con l’indolore sconfitta casalinga per 2-3 contro il Parma. "Per tutto c’è un inizio e una fine", aveva anticipato Gasp il 22 febbraio, quando, come un fulmine a ciel sereno, aveva ipotizzato per la prima volta la possibilità di terminare la sua avventura in nerazzurro. Decisione che l’allenatore torinese ieri ha spiegato così in una lunga lettera consegnata all’edizione web de L’Eco di Bergamo.
"Lascio l’Atalanta perché ho bisogno di nuovi stimoli, per la fiducia trasmessami e per il rinnovato entusiasmo che ne deriva". La nuova sfida sarà riportare in Champions la Roma ("Sfida molto difficile ma esaltante, che mi trasmette tanta adrenalina"), ma Gasperini nelle sue righe di commiato da Bergamo ha chiarito che la decisione sportiva di interrompere con un anno di anticipo il rapporto con l’Atalanta è stata solo sua: "La conclusione del mio rapporto con il Club è stata unicamente decisa da me e non deve essere attribuita responsabilità alcuna alla Società e ai suoi dirigenti. Semplicemente ho capito che era arrivato il momento di fare questo passo. La lascio al terzo posto in classifica e qualificata in Champions League, dove potrà ancora giocare nei più prestigiosi stadi d’Europa, potendo contare su un organico forte e ricco di giocatori valorizzati. Con il Club siamo riusciti a raggiungere risultati indiscutibilmente straordinari".
Fabrizio Carcano
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