LUCA MIGNANI
Sport

Scherzi del mercato. Nkunku-Akanji, che storie. I destini incrociati hanno invertito le maglie

"Quando tutti guardano a destra, tu vai a sinistra. Questa è la mossa Kansas City", bisbigliava mister Goodkat,...

"Quando tutti guardano a destra, tu vai a sinistra. Questa è la mossa Kansas City", bisbigliava mister Goodkat,...

"Quando tutti guardano a destra, tu vai a sinistra. Questa è la mossa Kansas City", bisbigliava mister Goodkat,...

"Quando tutti guardano a destra, tu vai a sinistra. Questa è la mossa Kansas City", bisbigliava mister Goodkat, alias Bruce Willis, nel film Slevin. E da Hollywood alle due sponde del Naviglio, passando per oltre Manica, il salto è più breve di quanto sembri. Così, destini incrociati e destinazioni opposte, nonostante i sussurri sotto l’ombrellone e anche a ridosso del gong di mercato, per Manuel Akanji e Christopher Nkunku.

Da ospiti quasi inattesi, per Inter e Milan, a potenziale oro colato. Questione di opportunità. Questione di messaggi, anche contrastanti. Chiaro, quello inviato di recente da Akanji con la maglia della Svizzera: gol. Tradotto: ci sono. C’era, eccome, sul taccuino del Milan, alla voce centrale d’esperienza. Il 30enne era in uscita dal Manchester City: "Guardiola ci aveva detto che eravamo in sei - le parole del difensore - per lo stesso ruolo: due in campo, due in panchina". E due fuori. Lui, fuori. Ma non in rossonero, non al Galatasaray, non al Tottenham. "Sì, c’erano altre opzioni. Però avevo le idee chiare: volevo continuare a giocare ai massimi livelli europei e con l’Inter ci riuscirò sicuramente". Inter che, tramite il presidente Giuseppe Marotta, quasi fino all’ultimo giorno di mercato parlava di "organico in sintonia con le nostre ambizioni", specificando che "nelle ultime ore non faremo nulla". Poi, però, qualche balbettio difensivo con l’Udinese a risvegliare i dubbi dello scorso finale di stagione, la palla da prendere al balzo, la chance di chiudere anche l’arrugginito capitolo Benjamin Pavard (indigesto fu l’addio al Mondiale per club causa infortunio e la successiva partitella a padel a Porto Cervo). Così, tanti saluti al centrocampista offensivo (Manu Koné) e all’attaccante in più (Ademola Lookman).

A proposito, nel mezzo, in ottica nerazzurra, era circolato eccome il nome di Nkunku: "L’ho sentito e letto. Ma quando mi hanno parlato del Milan non ho esitato un attimo: è il miglior club in Italia", le parole del 27enne. Nell’estate del "centravanti alla Giroud" (Igli Tare dixit), delle "opzioni" Rasmus Hojlund e Dusan Vlahovic, della bocciatura di Victor Boniface e dello stop a Conrad Harder, ecco un "centrocampista offensivo", come si è definito il francese per cui il Chelsea, nel 2023, aveva sborsato 60 milioni. Allora, altro che centrocampista offensivo: capocannoniere in Bundesliga con il Lipsia, a quota 16 reti (più altre 7 nelle coppe) insieme a Niclas Fullkrug e davanti a nomi quali Randal Kolo Muani, Marcus Thuram, Serhou Guirassy. Qualche tegola sotto forma di infortuni: tra 2022 e 2024 sono stati 385 giorni i giorni di stop, tra problemi a ginocchio, anca, collaterale, "ma sono lo stesso giocatore di allora". E nell’ultima stagione a Londra, non da prima scelta, un bottino non certo irrilevante di 15 reti in tutte le competizioni. Insomma: paradossalmente, per l’attacco atipico di Allegri e per il nuovo 3-5-2, un profilo (più che) potenzialmente da scacco matto. Nei giorni scorsi a Milanello, Max lo ha studiato a fondo, senza Rafa Leao che ha lavorato a parte, senza Santiago Gimenez e Christian Pulisic impegnati con Messico e Stati Uniti. Nel mirino del tecnico, la sfida col Bologna di domenica prossima a San Siro. Nel mirino dell’attaccante, anche il Mondiale 2026 con la nazionale francese: ultima partita lo scorso novembre, proprio contro l’Italia. Nel mirino di entrambi, la rinascita del Milan.

Continua a leggere tutte le notizie di sport su