
Sandro Bovo, 56 anni, è originario di Genova. Da giocatore con la maglia azzurra ha vinto l’oro alle Olimpiadi di Barcellona nel 1992 e il bronzo ad Atlanta 1996
La carta d’identità dice che Sandro Bovo è ligure, ma la sua presenza sulla panchina dell’AN Brescia ormai dal 2008 fa di lui un bresciano a tutti gli effetti: "A Brescia sto molto bene – conviene lo stesso tecnico che nel suo illustre palmares vanta anche una medaglia d’oro con l’Italia alle Olimpiadi del ’92 a Barcellona –. Non tornerei in Liguria. Mi piace questa città e devo dire grazie pure alla società che mi tiene da anni. Una sola delle mie quattro figlie è nata a Brescia, ma anche le altre tre si sentono bresciane a tutti gli effetti. In questa città sia io che la mia famiglia viviamo molto bene e ci sentiamo a casa. Personalmente non sono uno che esce tanto e l’ambiente è davvero a dimensione umana".
Un sentirsi a casa che si sta facendo sentire pure sul piano dei risultati, visto che la società bresciana rimane ai vertici della pallanuoto... "Il nostro obiettivo è continuare a crescere e vogliamo dedicare un occhio di riguardo ai giovani e, in particolare, a quelli del nostro vivaio. Quest’anno siamo cresciuti tanto che all’ultimo raduno della nazionale erano presenti sei nostri giocatori, un bel motivo d’orgoglio".
Una crescita esponenziale che ha portato l’AN a contendere lo scudetto al colosso Recco sino a gara3. Quale il suo bilancio? "C’è un mix di orgoglio e amarezza. In effetti siamo partiti per lanciare i nostri giovani e siamo riusciti a fare un percorso che è sotto gli occhi di tutti. Siamo arrivati ad un passo dal compiere la grande impresa, ma, volendo vedere, alla fine quest’ultimo passo non lo hai fatto e questo, nello stesso tempo, lascia ancora spazio ad una certa amarezza. In ogni caso se consideriamo da dove siamo partiti e quello che abbiamo fatto, direi che ci sono ampi margini per essere soddisfatti. Certo, arrivare ad un soffio da un traguardo così importante e non riuscire a raggiungerlo per così poco ti porta a parlare di delusione. A quel punto ci credevamo e la delusione è stata grande".
In ogni caso il progetto della società guidata dal presidente Andrea Malchiodi va avanti con i consueti principi guida? "Per noi è fondamentale la scelta dei giocatori. Vogliamo individuare elementi interessanti, che possano crescere. Guardiamo al futuro, ma cerchiamo pure di farci valere e anche la stagione da poco conclusa lo ha dimostrato, sia in Europa, tra Champions ed Euro Cup, che in Italia. Ovviamente la nostra possibilità di guardare avanti deve sempre fare i conti con quello che fanno le altre squadre. Già nei giorni scorsi, ad esempio, il Recco ha fatto altri inserimenti importanti nel suo organico. Possiamo comunque dire che ormai da tanti anni, tra le squadre “normali“, vinciamo lo scudetto. Vogliamo proseguire in questa direzione pure in futuro. Rispettiamo il budget ed i programmi della società e puntiamo forte sui giovani che rappresentano la linfa per il domani".
Luca Marinoni
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