
I tifosi dell'Inter si radunano a Barcellona per la semifinale. Marotta elogia Inzaghi e parla di evoluzione della rosa.
dall’inviatoBARCELLONA (Spagna)Le prime maglie nerazzurre si scorgono al mattino davanti all’hotel che ospita la squadra. Da Dimarco a Calhanoglu, è una sfilata di casacche fra quella tradizionale e le tante studiate per stuzzicare l’appetito del tifoso, gialle o bianche, sempre con lo stemma societario ben impresso. La speranza è veder passare qualcuno tra dirigenti (Marotta arriva di buon ora) e calciatori. Questi ultimi restano lontani dall’ingresso, si scorge solo per un attimo Dimarco dalle finestre dell’albergo, prima del riscaldamento mattutino della squadra da cui Inzaghi ricava le ultime indicazioni. Passano invece i manager di Oaktree e il vice-presidente Zanetti (che mai si nega per foto e autografi) diretti a metà giornata al pranzo Uefa con i rappresentanti del Barcellona. Si mangia in un ristorante dal nome italiano, Via Veneto, in una zona meno centrale rispetto a quella dell’albergo nerazzurro e senza tifosi attorno.
Il countdown vero e proprio comincia nel pomeriggio, quando la Curva si ritrova a Plaça d’Espanya (un migliaio di ultras) e gli altri cominciano ad avvicinarsi all’impianto del Montjuic. È un percorso, quello per arrivare allo stadio Olimpico, che è come un pellegrinaggio. Si gioca infatti su una collina e anche chi prova a raggiungere la meta coi mezzi pubblici o in taxi deve fermarsi ben prima dell’arrivo per la chiusura delle strade imposta dalle forze dell’ordine. Il percorso è tutto in salita, come lo è stato l’avvicinamento della squadra all’appuntamento della semifinale, viste le ultime tre sconfitte consecutive. Anche il pullman dell’Inter arriva allo stadio “assaggiando“ il clima dell’evento. Dai tifosi del Barcellona piovono bottiglie, anche di vetro, all’indirizzo del bus che trasporta la comitiva ospite fino all’ingresso del Montjuic, a poco meno di un’ora e mezza dal fischio d’inizio. Tanti tifosi interisti sono ancora al di fuori dell’impianto, in attesa di popolare il settore ospiti in cui 2.869 sostenitori della Beneamata hanno deciso di dare fiducia alla squadra, acquistando (e bruciando in breve) i tagliandi a disposizione. Qualche altra maglia si scorge tra le tribune dello stadio Olimpico, pochissime in realtà. Il Barcellona ha fatto in modo di respingere i sostenitori avversari, in alcuni casi rimborsando chi era riuscito ad acquistare un tagliando tramite i canali ufficiali per sedersi nei settori di tribuna. Gli interisti “inflitrati“ sono soprattutto provenienti dall’estero: impossibile identificarli come fan nerazzurri al momento della vendita, ma in ogni caso si parla di pochissime unità. Tra gli appassionati interisti filtrano umori contrastanti, pur nell’entusiasmo per essere arrivati a un traguardo come la semifinale, già vissuta due anni fa ma in precedenza una chimera per diverse stagioni. Una volta all’interno dell’impianto, la presenza di alcune vecchie glorie (c’è Julio Cesar a bordo campo impegnato con Prime Video) anima la voglia di vivere la partita vera e propria, finché a calcare il terreno di gioco non sono proprio i calciatori dell’Inter per il riscaldamento.
Nel pre-partita, Marotta offre qualche indicazione per il futuro. Su Inzaghi e sulla rosa che verrà. "Del tecnico non bisogna guardare le settimane, ma gli anni e questi sono stati anni straordinari per il club. Il merito è suo quindi come si fa a rinunciare a una figura del genere? Oltretutto, in questo mondo dove si brucia tutto molto velocemente, lui è riuscito a creare un gruppo solido al cui interno c’è la sua presenza che si fa sentire ed è un interprete assoluto di questo nostro modello. Rosa da rinfrescare? Più che di rivoluzione io parlerei di evoluzione. Non faremo operazioni a sé stanti, andando su svincolati con ingaggi alti, ma su giocatori che possono diventare un patrimonio. Fermo restando che il gruppo attuale è già un punto di partenza".
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