
Jason Burnell ala classe 1997 è giocatore leader: mostra lucidità nei momenti chiave e la capacità di mettere a referto canestri pesanti nei finali
La Germani Brescia è diventata un punto di riferimento del basket italiano, ma il successo ha inevitabilmente acceso i radar delle grandi piazze. Dopo una stagione straordinaria, culminata con la finale scudetto, la squadra è sotto assedio: il rischio è quello di veder smantellato un nucleo che ha fatto la storia recente del club. Jason Burnell è tra i giocatori più ambiti. A Brescia ha confermato quanto di buono mostrato a Sassari, ma aggiungendo nuove dimensioni al suo gioco: leadership accresciuta, lucidità nei momenti chiave, letture difensive più efficaci e canestri pesanti nei finali. Il suo rendimento è cresciuto, così come l’interesse nei suoi confronti. Maurice Ndour è sulla stessa linea dopo una stagione di rilancio: non solo rimbalzista solido, ma pure affidabile tiratore dalla media distanza e discreto passatore, inserito perfettamente in un sistema corale.
EuroLeague ed EuroCup sono su di lui, e in uscita è anche Chris Dowe. Nonostante le sirene esterne, Brescia intende ripartire allora da Amedeo Della Valle, Nikola Ivanovic e Miro Bilan, affiancati molto probabilmente da Demetre Rivers, anch’egli verso la conferma. Un blocco esperto, affiatato, che offre una base solida su cui ricostruire senza dover ripartire da zero. Il nodo centrale resta l’allenatore. Dopo l’addio di Peppe Poeta - destinato all’Olimpia Milano - Brescia si prepara a scegliere il nuovo timoniere. Il profilo cercato è quello di un tecnico che sappia inserirsi senza rompere gli equilibri: non uno che stravolge, ma che rispetta e valorizza l’identità esistente. Tre i nomi sul tavolo: la promozione interna di Matteo Cotelli, che conosce alla perfezione il gruppo, l’ipotesi Luca Vitali, figura di riferimento del club e oggi dirigente FIP e infine l’opzione più esperta, Max Menetti, nome nuovo ma di solida esperienza che ha chiuso la sua esperienza in Lituania da assistente di Andrea Trinchieri. Quest’ultimo avrebbe le capacità per muoversi anche sul mercato. Poeta lascia in eredità un progetto tecnico maturo, degli appunti condivisi con lo staff e idee di mercato già delineate. Ora sta alla dirigenza scegliere chi raccoglierà il testimone: sfida grande, ma la strada - tracciata da risultati e coesione - è già ben definita.
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