
I tifosi del Brescia delusi e arrabbiati si sono ritrovati al Rigamonti manifestando il proprio sconcerto per la situazione venutasi a creare
I tifosi hanno cominciato ad urlarlo non appena si è diffusa la notizia del fallimento del Brescia. La città della Leonessa non è disposta a mollare e la forza della sua gente saprà far rialzare le Rondinelle, facendo proseguire un volo che dura ormai dal 1911. Un percorso che in ben 114 anni ha regalato grandi emozioni e che non deve venire cancellato solo perché il presidente Massimo Cellino ha deciso (a dire il vero in modo assai difficile da comprendere anche solo a livello economico) di non pagare le incombenze che gravavano sulla sua società e di lasciarla andare incontro al suo triste destino.
In un clima di rabbia e determinazione stanno prendendo il via i primi incontri per cercare di restituire il calcio che conta a Brescia e, in tal senso, si è posto al centro dell’attenzione il Comune, che ha indetto per domani alle 19 un tavolo a Palazzo Loggia al quale parteciperanno Giuseppe Pasini (presidente della FeralpiSalò), Giuseppe Taini (presidente dell’Ospitaletto) e Lodovico Camozzi (patron del Lumezzane).
I vertici delle tre società bresciane di serie C cercheranno di esaminare le possibili prospettive della situazione insieme alla sindaca Laura Castelletti e all’assessore allo sport Alessandro Cantoni. In prima battuta l’idea sarebbe quella di convincere una di queste tre società a traslocare in città, abbandonando i rispettivi colori e territori per offrire, almeno, una serie C alla città. L’incontro di domani potrebbe riservare sorprese, ma, al momento, pare proibitivo sperare che due realtà dalle grandi ambizioni come FeralpiSalò e Lumezzane possano essere disposte ad abbandonare i propri programmi per salvare il calcio in città.
Inizialmente si ipotizzava che potesse valere un discorso diverso per l’Ospitaletto, società neopromossa in C, che si trova a pochi km dal capoluogo e che avrebbe pure aggiunto la non trascurabile suggestione di portare al “Rigamonti“ la squadra che ha lanciato un dirigente come Gino Corioni. Una strada che si è fatta ben presto difficile da percorrere visto che lo stesso sodalizio arancione ha diffuso un eloquente comunicato di smentita, ribadendo la ferma intenzione di proseguire nel proprio percorso.
C’è poi un altro aspetto che dev’essere posto in primo piano in questo difficilissimo frangente del Brescia. In effetti il Comune dovrà anche cercare di individuare e fungere da collante di un gruppo di imprenditori disposti a far ripartire il Brescia. Una “mission“ ai limiti dell’impossibile, visto che, nonostante le molteplici attività presenti sul territorio, in tanti anni non si è mai trovato nessun industriale che accettasse di mettere a rischio il suo capitale per “rialzare“ le Rondinelle. In ogni caso bisogna agire in fretta e far combaciare i diversi pezzi del puzzle. Per mantenere il Brescia nel calcio è necessario vincere una impervia corsa contro il tempo.
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