GIULIO MOLA
Sport

Conceição-Fabregas, l’intreccio. Sabato sfida fra tecnici agli opposti. Lo spagnolo “corteggiato“ dal Milan

Per tanti colleghi e addetti ai lavori, l’allenatore del Como è un “predestinato“. Piace al Diavolo e non solo. Il club per storia, cultura e tradizione ha sempre ricercato il bel gioco, quello che Cesc vuole dai suoi calciatori.

Per tanti colleghi e addetti ai lavori, l’allenatore del Como è un “predestinato“. Piace al Diavolo e non solo. Il club per storia, cultura e tradizione ha sempre ricercato il bel gioco, quello che Cesc vuole dai suoi calciatori.

Per tanti colleghi e addetti ai lavori, l’allenatore del Como è un “predestinato“. Piace al Diavolo e non solo. Il club per storia, cultura e tradizione ha sempre ricercato il bel gioco, quello che Cesc vuole dai suoi calciatori.

Presente e soprattutto futuro, quello di Milan e Como che sabato pomeriggio vanno in campo per puntare l’Europa meno nobile da una parte e una tranquilla salvezza dall’altra. Ma pure realtà e immaginazione che riguardano due allenatori agli opposti e il cui destino potrebbe intrecciarsi a fine stagione. Da una parte Sergio Conceição (suo malgrado sempre più sulla graticola), dall’altra Cesc Fabregas (il predestinato): meno di 100 giorni sulla panchina dei rossoneri per il portoghese, passato in poche settimane dal trionfo in Supercoppa, alle delusioni in campionato e Champions League, incapace di gestire uno spogliatoio simile ad una polveriera. Prima esperienza in serie A da protagonista per lo spagnolo, uno che le partite se le gioca sempre, a prescindere dall’avversario, e che nello sfortunato match d’andata (i rossoneri vinsero i rimonta a metà gennaio) disse chiaramente "per 60 minuti il Milan sembravano noi", incassando i sinceri complimenti del collega per il gioco espresso.

Incrocio interessante quello che vedremo a San Siro, per filosofie molto diverse, così come i percorsi. E che, tanto per cambiare, sconfina anche nel calciomercato. Perché se è vero che Conceição è già dato per “spacciato“ anche in caso di successo in Coppa Italia e che comunque ogni passo falso da qui in avanti potrebbe anche essere l’ultimo, non si può evidenziare il fatto che nel totoallenatore Milan per la stagione 2025-2026 ci sia anche l’attuale tecnico del Como. Il quale, da professionista serio, ha ribadito la sua fedeltà ai lariani: "Credo nel progetto Como e siamo solo all’inizio". E si è preso complimenti pesanti, anche di un guru della panchina come Claudio Ranieri ("predestinato, la sua squadra sembra il Parma degli anni Novanta"), al contrario del milanista, spesso attaccato, anche ingiustamente da colleghi o ex rossoneri.

Vero, per la panchina del Diavolo i nomi in lizza sono tanti: dal cavallo di ritorno Allegri (in pole) al sogno mai tramontato Conte (come Ancelotti), ma poi De Zerbi, Italiano, Gasperini e Sarri. Però Fabregas (che piace molto anche all’Inter per il “post“ Inzaghi) sembra essere il profilo giusto per il Milan, società che per storia, cultura e tradizione ha sempre ricercato il bel gioco. E allenatori di spessore a livello internazionale. Fabregas, uno che imposta le squadre a propria immagine e somiglianza (come Conte e Guardiola cui si ispira) potrebbe riportare anche l’entusiasmo nell’ambiente. Non un dettaglio da poco.

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