Serie A, il campionato può cambiare. Squadre, partite e playoff: ecco le ipotesi

I dirigenti di Deloitte hanno presentato ai club di prima divisione diverse proposte di riforma

Lo stadio di San Siro visto da fuori

Lo stadio di San Siro visto da fuori

Andiamo verso un campionato di calcio più snello? La Serie A, alle prese con una crisi che colpisce la maggioranza dei club, che hanno visto calare i loro introiti in questo periodo di pandemia, inizia a studiare un eventuale nuovo format per il campionato, con una prima analisi preliminare realizzata da Deloitte presentata oggi ai club nel corso di un'assemblea delle società. Cardine di questa riforma dovrebbe essere la diminuzione del numero delle squadre partecipanti, che oggi sono venti.

Un ritorno al passato, insomma, dato che la Serie A è a 20 squadre (e anche in quel caso fu un ritorno a una vecchia formula) dalla stagione 2004-2005. L'ampliamento, però, non sembra aver giovato all'incertezza: in questo periodo hanno vinto lo scudetto solo tre club: la Juventus, che ha fatto la parte del leone, l'Inter e il Milan (i rossoneri, poi, una volta sola)

Alla riunione si è collegato, per un saluto e un breve discorso, anche il presidente della Figc, Gabriele Gravina, principale promotore di una riforma complessiva per i format dei campionati professionistici in Italia. Discorsi per ora, quindi, ancora a livelli preliminari. Intanto però Deloitte, nell'analisi presentata, ha "illustrato i possibili scenari evolutivi e i relativi riflessi sportivi ed economici legati a un'ipotesi di modifica del format della Serie A", come spiegato dalla Lega in una nota.

Un primo passaggio di una novità che, se dovesse andare in porto, potrebbe vedere la luce per la stagione 2024/25. Diverse le opzioni presentate: tra le altre, si va da un campionato a 18 squadre con solo playout ad addirittura 16 club con playoff e playout. Ipotesi che prevedrebbero una riduzione importante delle partite in particolare, secondo lo studio, quelle con protagoniste squadre che lottano per la salvezza.

Opzioni su cui, tuttavia, i club non hanno avviato discussioni nel corso dell'assemblea: nelle prossime settimane, in nuove riunioni, il tema sarà comunque approfondito ulteriormente tra le società, partendo dall'analisi di Deloitte che è andata a sottolineare anche l'eventuale impatto economico di una riduzione del numero di squadre e di un cambio di format con introduzione di una seconda fase.

Tra le opzioni sul tavolo, inoltre, c'è anche la creazione da parte della Figc di un tavolo permanente di confronto tra tutte le parti in causa: non solo Lega Serie A, quindi, ma anche Lega B, Lega Pro e Dilettanti. La riforma riguarderebbe infatti tutti i tornei professionistici in Italia e per questo dovrà, nel caso andasse avanti l'ipotesi, passare dal Consiglio Federale della Figc, dove ogni Lega avrà comunque il diritto di veto per eventuali modifiche votate relative al proprio campionato.

Dopo anni di proposte, ripensamenti e attese, un intervento non sembra più ulteriormente rinviabile, per un mondo del calcio di vertice che era già in crisi da anni e con i conti fuori controllo. La pandemia, infine, ha messo tutti con le spalle al muro, rendendo obbligatorio un confronto per raggiungere l'obiettivo.