Il futuro del Milan, Fassone: "Non conosco i piani di Li"

Punto chiave Il dirigente: "Il club è solido, ma per comprare dobbiamo vendere"

Yonghong Li e Marco Fassone

Yonghong Li e Marco Fassone

Milano, 3 luglio 2018 - Se attorno al Milan, stangato dalla Uefa e dal futuro societario incerto, si respira il pessimismo cosmico, le parole di Marco Fassone non migliorano certo l’umore dei tifosi. L’ad avrebbe voluto rassicurare e rasserenare l’orizzonte di fronte a quello che definisce “catastrofismo” diffuso, ed invece i dubbi aumentano e si moltiplicano le inquietudini. Evita il contraddittorio con i media e utilizza un canale filtrato come Facebook, ma gli imbarazzi per una storia al limite del grottesco sono ormai troppo grandi da nascondere sotto il tappeto.

Fassone, sorprendentemente, taglia corto sulla trattativa con Commisso (“riguarda l’azionista, io come manager non so niente”) e capitombola quando al centro del discorso finiscono i 32 milioni che Li deve rimborsare ad Elliott entro venerdì: "Il Milan li ha ricevuti settimana scorsa. Non importa che li abbia versati l’uno o l’altro. Io devo stare attento che il Milan abbia il denaro che serve per stipendi, fornitori e fare un briciolo di mercato. Non possiamo prevedere il futuro, né immaginare se nella testa di mister Li ci sarà di vendere un pezzo di club o tenere il club. L’importante è che il club sia solido". Parole che non trovano d’accordo la Uefa: nel dispositivo con cui ha escluso il Milan dalle coppe ha contestato il piano industriale presentato a Nyon e posto leciti dubbi sulla consistenza finanziaria di Li.

Il Tas. Ma Fassone, che ha inviato già la lettera a Losanna e nei prossimi giorni manderà le motivazioni legali, va per la propria strada lastricata di certezze: "Mi auguro che il Tas possa leggere in modo diverso la storia del Milan e di quello che è successo negli ultimi 12 mesi. Lotteremo fino al 90’ e oltre. Nessuno ha mai detto che il Milan non ha violato le regole, ma la sanzione deve essere proporzionata, e un’esclusione va oltre. La connessione fra la sentenza e la proprietà è spesso tirata per i capelli, anche se nella decisione della Uefa esistono dei riferimenti al futuro del Milan che, a giudizio di questi giudici, può apparire nebuloso. Noi cercheremo di renderlo chiaro, trasparente, cercando di far sì che venga giudicato il Milan e non gli azionisti, chiunque essi siano".

Nel giorno delle ufficialità di Reina e Strinic (entrambi siglano un triennale, per Reina c’é l’opzione per il quarto) e con l’imminente arrivo di Halilovic (“c’è più di una stretta di mano”), Fassone conferma la volontà di dare a Gattuso tre acquisti. Con un busillis: "Potremo investire più o meno i denari che porteremo a casa dalle cessioni" per i vincoli del Fair Play Finanziario. "Bonucci è il nostro capitano", quindi in uscita restano Suso e Donnarumma. Trovare chi li acquisterà alle cifre chieste dal Milan (rispettivamente 38 e 50 milioni) sarà un bel problema per Mirabelli.

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