GIULIO MOLA
Sport

Atletico Pro Tetto: il calcio come strumento di inclusione sociale a Milano

Una partita di calcio tra Atletico Pro Tetto e Team Milanobelladadio promuove l'inclusione sociale per i senzatetto.

Una partita di calcio tra Atletico Pro Tetto e Team Milanobelladadio promuove l'inclusione sociale per i senzatetto.

Una partita di calcio tra Atletico Pro Tetto e Team Milanobelladadio promuove l'inclusione sociale per i senzatetto.

Da una parte gli “invisibili“ multietnici con le loro magliette blu notte, dall’altra la formazione biancazzurra composta da influencer e giornalisti. Nella prima calda domenica di giugno sul campo in erba sintetica del G.S. Villa, in zona Greco a Milano, si affrontano l’Atletico Pro Tetto e il Team Milanobelladadio. “Un cuore per la strada“ non è solo una partita di calcio fra due squadre “visibilissime”, ma una bella iniziativa di sport e inclusione, inseguendo sogni e pallone. Dimenticando le difficoltà quotidiane.

In tribuna famiglie e bambini di ogni nazionalità a godersi lo spettacolo con dirigenti, tecnici e giovani calciatori della scuola calcio milanese, perché questa volta il risultato (pirotecnica vittoria 9-5 dell’Atletico) non conta anche se tutti ci mettono impegno, agonismo e fantasia. Ci sono piedi educati, pancette e robusti polpacci, c’è “Ronaldo” (così lo chiamano gli amici) con la palla incollata al piede e c’è Mario dai capelli biondo platino che appena entrato segna e si fa “lucidare” la scarpa dai compagni. Il divertimento è assicurato, del resto è sempre così quando la squadra dei “senza fissa dimora“ scende in campo.

L’Atletico Pro Tetto nasce come progetto sociale, in cui chi vive in condizioni di marginalità può trovare un momento di normalità e confronto tramite il calcio. La squadra è stata fondata alla fine dello scorso anno dall’associazione omonima che aiuta le famiglie in difficoltà. Dopo il debutto il 22 dicembre sul campo della Folgore Caratese contro una selezione di giornalisti, periodicamente il gruppo si rimette gli scarpini per disputare le amichevoli. Ogni volta un avversario diverso con cui passare due ore spensierate di sano agonismo vista la passione comune per il calcio: dagli Insuperabili di Milano ai Detenuti di San Vittore, fino al match contro la Polizia Locale di Milano qualche settimana fa. Tutte formazioni agguerrite in fila per sfidare gli Invisibili, i cosiddetti clochard. Disoccupati, ex operai, ex rider, divorziati senza casa, pensionati, disabili. Come il signore di mezza età che si presenta a partita in corso chiedendo di poter entrare nel gruppo. Tutti con una storia di dolore e solitudine alle spalle, per chi è costretto ad alloggiare tra i cartoni di notte nei portici tra San Babila e corso Matteotti o nel tunnel della stazione centrale. Anche la partita di ieri ha rappresentato un’occasione per mostrare che lo sport mantiene una funzione di inclusione e non solo di competizione.

Perché proprio questo è l’obiettivo dell’associazione, far conoscere questi ragazzi, per “tirarli fuori“ dalla strada aiutandoli a cercare lavoro o a trovare un alloggio. E questo grazie all’impegno di tanti amici volontari. "Quando ci si ritrova tutti insieme ad inseguire un pallone sappiamo bene che quel momento non è solo una partita di calcio. Per noi si tratta di un’esperienza di condivisione, ognuno di noi porta un qualcosa in più di una semplice amichevole, perché dobbiamo mandare un forte messaggio di solidarietà", dicono i volontari della onlus.

La squadra dei senzatetto ed ex-senzatetto si allena una volta a settimana allo Schuster in Zona Feltre a Milano per preparare le partite contro altre squadre amatoriali. Questo progetto si affianca all’attività di supporto ai “senza fissa dimora“ che Pro Tetto porta avanti da oltre 10 anni, con iniziative come la distribuzione di cibo e beni di prima necessità. Grazie al lavoro della Onlus e alla rete solidale che la circonda, in pochi mesi quattro “senzatetto” sono riusciti a lasciare la strada e ricominciare un nuovo percorso di vita. E poi il calcio: una coppa in palio, il torneo del cuore, gli applausi dei propri supporter. Quel che basta per sorridere. Per sentirsi meno soli, protetti, in una “famiglia“ allargata. Magie che solo il pallone può regalare.

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