Atalanta, Marten De Roon: “Voglio restare a Bergamo, ho imparato anche il dialetto”

Il 32enne mediano olandese, da 8 stagioni in nerazzurro, pronto a legarsi a vita ai colori della Dea: “L’obiettivo ora è l’Europa”

Marten De Roon

Marten De Roon

Bergamo – Due gol consecutivi, e decisivi, nelle ultime vittorie nerazzurre contro Empoli e Cremonese. La solita media costante di voti alti in pagella e tanta voglia di fare ancora bene con l’Atalanta. Anche in Europa. 

Marten De Roon, 32 anni compiuti la scorsa settimana, bandiera atalantina dal 2015, vuole restare a Bergamo ancora a lungo e chiudere la carriera in nerazzurro, per raccogliere, a oltre tre decenni di distanza, il testimone ideale da Glenn Stromberg di ‘straniero più amato dai bergamaschi’. 

Il mediano olandese lo ha spiegato ai microfoni di SkySport: “Voglio restare all’Atalanta, voglio restare a Bergamo, il mio desiderio è quello di restare qui. Ormai mi identifico come bergamasco e riesco anche a parlare il dialetto, nonostante sia difficile pronunciarlo e da imparare: alla gente fuori dal cancello, a volte dico ‘dai che so’ stöf, öle ‘ndà a cà...”. 

Dopo 8 stagioni, e 289 presenze con 16 gol, in maglia Atalanta il 32enne centrocampista orange, cresciuto nel Feyenoord e poi nello Sparta Rotterdam prima di esplodere nell’Heerenven e approdare a Bergamo nell’estate 2015, ha ancora tanti obiettivi da inseguire. A cominciare dal ritorno in Europa

“Andare in Europa dopo un anno di assenza sarebbe un bel traguardo. Vedo la classifica e vedo che siamo con le romane, con le milanesi e con la Juventus. Poi penso che siamo lì per il settimo anno di fila, anche tra le difficoltà, e mi dà fastidio chi parla di ciclo finito. All'Atalanta tutti hanno sempre creduto di potersela giocare. Anche per un posto in Champions e trovarci lì è un bel segnale, speriamo di sorprendere tutti ancora una volta”, ha spiegato il mediano olandese, che a dicembre con la nazionale arancione in Qatar ai Mondiali ha raggiunto i quarti di finale, cedendo solo ai rigori contro i futuri campioni dell’Argentina. 

Chiosa sui problemi della Dea a trovare una continuità di risultati interni: “Bisogna far contare il fattore campo, c’è entusiasmo e i tifosi riempiono sempre lo stadio. Forse facciamo meno risultati - ha chiosato De Roon - perché dovendo attaccare sempre lasciamo più spazi dietro”.