
Giovanni Cusatis confermato per la quinta stagione di fila sulla panchina dell’Alcione
Dopo la prima stagione tra i professionisti, chiusa con una salvezza conquistata in sicurezza e i playoff sfiorati, l’Alcione riparte nel segno della continuità. A guidare la squadra orange sarà ancora Giovanni Cusatis, confermato per la quinta stagione consecutiva insieme al suo staff.
Mister Cusatis, si è chiusa da poco una stagione storica per l’Alcione. Che bilancio si sente di tracciare?
"C’era tanta curiosità, sapevamo che alzare il livello avrebbe richiesto molto lavoro. Fortunatamente avevamo un gruppo solido, costruito negli anni: giocatori giovani come Chierichetti, Bonaiti, Pirola, Bright – che l’anno scorso non giocava neanche tanto in D – Bacchin o Stabile, che è cresciuto tantissimo e ora ci arrivano richieste persino da alcuni club di Serie B. Siamo partiti forte, poi nella seconda parte è subentrata un po’ di stanchezza, ma sempre mantenendo atteggiamento e identità. Non abbiamo avuto la forza per centrare i playoff, ma è stata una scommessa vinta".
C’è una partita o un momento che considera lo specchio dell’identità di questa squadra?
"Più che una singola partita, direi che l’identità si è vista nel modo in cui la squadra ha saputo affrontare le difficoltà. Abbiamo sempre provato a imporre il nostro gioco, anche contro squadre più esperte".
È stato annunciato il suo rinnovo e quello di tutto lo staff: che significato ha per lei questa fiducia e che tipo di lavoro si aspetta nella prossima stagione?
"Questo ci responsabilizza ulteriormente: sappiamo che il secondo anno tra i professionisti sarà ancora più difficile, perché ora abbiamo acquisito uno spessore diverso. Ma nel nostro Dna c’è la voglia di migliorare. Negli ultimi anni siamo sempre cresciuti: ora vogliamo consolidarci, ma anche provare ad alzare l’asticella".
Cosa servirà? E cosa aspettarsi dal mercato?
"Ambizione e realtà devono andare insieme. Per compiere un salto serviranno energie nuove, entusiasmo, ma anche esperienza. Molti giocatori sono con me da diversi anni, hanno dato tantissimo e forse oggi hanno bisogno di nuovi stimoli: è anche per questo che qualcosa cambierà nella rosa. Ma mantenendo lo spirito di gruppo e l’umiltà che ci hanno sempre contraddistinto. Dispiace per l’addio di Bonaiti, che ha ricevuto una proposta irrinunciabile da un club importante di Serie C: è stato uno dei nostri pilastri e sarà complicato sostituirlo, ma lavoreremo per trovare il profilo giusto. E poi c’è il progetto stadio, un asset fondamentale per il presente e per il futuro dell’Alcione. Le strutture sono le vere fondamenta di una società: offrono prospettiva, visione e permettono di costruire anche tutto l’indotto, a partire dal settore giovanile. Ma non solo. Anche i giocatori, oggi, sono più motivati a venire all’Alcione perché percepiscono serietà. E questo, nel mondo del calcio, non è affatto scontato."
Che valore ha per lei allenare l’Alcione? E quanto conterà il settore giovanile nella prossima stagione?
"Allenare l’Alcione per me è come allenare il Real Madrid. Ho la fortuna di far parte di un club organizzato, ambizioso, ma anche umano. Idee chiare e tanta passione. E poi c’è il vivaio, che rappresenta un vero orgoglio: un serbatoio di talento e valori. Penso che far crescere un ragazzo del settore giovanile e portarlo in prima squadra sia una delle soddisfazioni più grandi. Anche in Serie C si può fare: ci vuole coraggio, ma noi lo abbiamo sempre avuto. I risultati parlano chiaro".
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