Nadia Fanchini, cuore di sorella: "Darò il meglio anche per Elena"

L’azzurra è pronta e pensa alla sorella subito infortunata al rientro

Da sinistra: Elena Fanchini e Nadia Fanchini

Da sinistra: Elena Fanchini e Nadia Fanchini

Brescia, 23 novembre 2018 - Un'estate senza intoppi aggiunta alla gioia di poter riabbracciare finalmente la sorella maggiore, Elena, che ha sconfitto un tumore. Queste le sensazioni più belle con cui Nadia Fanchini da Montecampione, classe 86, due vittorie e 13 podi in Coppa del Mondo, si apprestava (e si appresta) ad affacciarsi al cancelletto di partenza per la gara n.238 nel circuito. Purtroppo il sorriso iniziale ha lasciato posto all’amarezza per l’ennesimo infortunio subito dalla sorella maggiore, a Copper Mountain: frattura di un dito, trauma distorsivo-contusivo al ginocchio sinistro con frattura del perone prossimale, causa caduta. «Dicono che Dio affida le battaglie più difficili ai suoi migliori soldati. Forse queste sfide vengono date alle persone più forti perché sono le uniche in grado di affrontarle e superarle. Anche se tutto questo non lo trovo giusto», ha scritto Nadia sui social. Non è un momento facile per la velocità azzurra, che ha perso per l’intera annata Johanna Schnarf, tornata sul podio in Coppa lo scorso anno dopo 7 stagioni, e la campionessa olimpica in carica di discesa, nonché vincitrice della classifica di specialità, Sofia Goggia, il cui rientro è previsto a gennaio, con focus sui Mondiali di Aare in Svezia (4-17 febbraio 2019).

Nadia, com’è andato il suo allenamento a Copper Mountain?

«Bene, infatti ero veramente felice: giornate meravigliose, ottimo lavoro. Bello, intenso, proficuo. Ci tiravamo a vicenda, io ed Elly, ed era così bello poterla riabbracciare in pista... Già l’infortunio di Hanna Schnarf è stato un brutto colpo, per noi. L’unica cosa che posso chiedere ora è di stare bene, in salute. Alla fine conta solo quello».

Sensazioni, a poco più di una settimana da Lake Louise?

«Non sto sciando male. Anche se i tempi non li ho guardati granché. Ma in questo momento è importante per me ritrovare gli automatismi e affinare la preparazione che sarà poi completata con le prove cronometrate, in Canada».

Cosa si aspetta tra le Rocky Mountain, dove lei ottenne il primo podio ed Elena la prima vittoria, in Coppa? «Vorrei partire subito bene. Arrivo più preparata di un anno fa e in generale delle stagioni in cui mi sono fatta male. Ho sciato tanto rispetto al recente passato e quindi sono positiva. Bisogna crederci, l’anno scorso di fatto la mia stagione è partita proprio qui, da zero: ho affrontato la prima gara con neanche 10 giorni di sci effettivo nelle gambe. Adesso è diverso. E ormai il rammarico per le Olimpiadi è passato». Intanto sull’altra costa americana, a Killington (Vermont), dove lo sci agonistico è una religione, si contano le ore per il terzo weekend di gare nella Coppa del Mondo femminile, gigante domani e slalom domenica, con manche alle 15.45 e 19 (orari italiani). Federica Brignone, bronzo olimpico tra le porte larghe, è la fuoriclasse a cui si aggrappa quasi disperatamente la squadra azzurra falcidiata da tanti, troppi infortuni.