CRISTIANA MARIANI
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Sanremo 2021, le pagelle della prima serata

I nostri commenti ironici e dissacranti sulla prima serata del Festival di Sanremo

Festival di Sanremo 2021

Sanremo - Attese, temute, invocate e gustate. Le pagelle rappresentano sempre l'aspetto più gustoso del Festival di Sanremo. Soprattutto se fatte con ironia. Ecco allora le nostre pagelle della prima serata del Festival di Sanremo. Rigorosamente ironiche e controcorrente.

Amadeus: voto 9. E' il padrone  di casa e lo dimostra sempre in punta di piedi. A differenza dello scorso anno, non esagera con i riferimenti al rapporto di amicizia con Fiorello e questo gli toglie quella caratteristica un po' d'ursiana che lo rendeva a tratti stucchevole. Bravo.

Fiorello: voto 9.5. Basta guardarlo per iniziare a sorridere, quando lo si ascolta si scoppia in una sana e attesa risata. In effetti è migliore medicina contro le conseguenze di un'annata a dir poco pesante. Mattatore.

Matilda De Angelis: voto 10+. Brava, spigliata, talentuosa, con grande personalità. E' il volto pulito e sano del nuovo cinema italiano. All'estero se ne sono già accorti, speriamo che l'Italia continui a vedere ciò che appare lampante. Anche perché la venticinquenne bolognese sa anche cantare. Molto meglio di tante soubrettine meteore del mondo dello spettacolo italiano. Stella.

Zlatan Ibrahimovic: voto 7. Non è colpa sua, è stato chiamato al Festival di Sanremo proprio per fare le tipiche battute "alla Zlatan". E le fa. Sempre. All'inizio farebbe anche sorridere, poi però diventa un copione già visto e sentito. Nella seconda serata non ci sarà, la speranza è che torni giovedì sera con qualche idea in più. Anzi, che gli autori gliene diano. Auricolare.

Aiello: voto Ciotarì. Nel senso che quando rimane nel suo risulta molto credibile e anche apprezzabile. Quando vuole strafare, sfoderando una performance anche troppo aggressiva in teatro quasi del tutto vuoto, diventa quasi una caricatura. Peccato.

Arisa: voto 6.5. All'inizio metti il muto alla tv pensando che un'auto di passaggio per strada stia suonando "Alta marea" di Antonello Venditti, poi ti ricordi che c'è il coprifuoco e che quindi alle 22 di auto in giro non ce ne possono essere. Allora riascolti il brano firmato Gigi D'Alessio e ti accorgi che effettivamente è sì una d'alessiata, ma almeno valorizza la voce di Arisa. Non decolla mai, a tratti cerca di assomigliare a "La notte" ma non ci riesce. Sì, Arisa Potevi fare di più.

Loredana Bertè: voto 8 per il medley. Che dire? E' una delle regine del rock internazionale e per questo non può che essere caratterizzata da eccessi. Nel look, nelle sporcature della voce: la si ama anche per questo. Voto perché? per il singolo. Portare a Sanremo una canzone il cui ritornello dice "Figlia di Loredana" già è sui generis, se poi il brano è un mix di "Corazon espinado" di Carlos Santana e "Havana" di Camilla Cabello non si può fare a meno di chiedersi perché sia stata fatta questa scelta. 

Francesca Michielin-Fedez: voto 6.5. Lui subito dopo l'esibizione si commuove, forse perché gli avranno fatto notare che il look della sua compagna di palco non è dei più allegri. Il brano è tipico di questo duo: non ci sono sussulti, non c'è un ritornello alla "Magnifico" che ti rimane in testa. Compitino.

Max Gazzè: voto Sotto Casa. Intendiamoci, la sua esibizione sarebbe da 7.5. Se il brano non ricordasse da vicino appunto "Sotto casa", canzone che lo stesso Gazzè aveva portato in gara al Festival di Sanremo qualche anno fa. Dal look all'interpretazione, passando per il brano: tutto è in stile Gazzè. Forse un po' troppo per poter suscitare curiosità. Comunque Gazzè si ama a prescindere. Occhi a cuore.

Noemi: voto 7.5. Nonostante a tratti ricordi il ritornello di "Ti porto a cena con me" di Giusy Ferreri, il suo brano è godibile. Se si fosse presentata quest'anno con "Sono solo parole" scritta da Fabrizio Moro avrebbe sbancato l'Ariston già alla prima sera, ma sicuramente anche in "Glicine" la sua voce è valorizzata al punto giusto. Che le volete dire?

Colapesce-Dimartino: voto 7. Atmosfera retrò che ricorda gli Empire of the sun, forse un po' troppo da vicino peraltro, ma un brano orecchiabile, leggero e che porta quella ventata di energia che sa di tormentone. La chimica sul palco fra loro c'è. Spensierati.

Achille Lauro: voto Ancora tu ma non dovevamo vederci più?. Vuole stupire. Come sempre. E come sempre lo vuole fare con il look e non con la musica. E' un performer, senza dubbio. Il brano però lascia parecchio a desiderare. Se la prima volta ha shockato e la seconda ha lasciato l'effetto wow, la terza è stato atteso. Adesso tutti sanno cosa aspettarsi. Sbadiglio.

Madame: voto 5. Arriva sul palco scalza, come già hanno fatto in passato Marina Rei e Anna Oxa per citare solo due artiste di un lungo elenco. Sarebbe stato interessante capire tutte le parole del testo della sua canzone, magari se ne sarebbe compreso il senso. Da riascoltare su Spotify.

Maneskin: voto 7.5. Se l'Ariston fosse stato pieno, Damiano e soci avrebbero dato una gran sveglia al pubblico seduto. E lo avrebbero costretto ad alzarsi in piedi, vista l'iniezione di adrenalina. Un dato è certo: l'assenza di Marlena ai Maneskin fa solo bene. Arrabbiati, perché la band non ha di certo portato a Sanremo una ballata. Ma finalmente energici. Rock.

Ghemon: voto ridateci le rose viola. A differenza del brano che aveva portato in passato a Sanremo, questo non graffia e non lascia quella riflessione da fare come "compito a casa". Non convince, anche perché anche in questo caso non si afferra il senso di tutte le parole del testo. Messaggio nella bottiglia.

Coma_Cose: voto 6. Sul palco si divertono e si vede. Hanno una grande intesa e si vede. La loro canzone è orecchiabile e tutto sommato si ascolta volentieri. Non hanno pretese e si vede dai loro volti. Umili.

Annalisa: voto 6.5. I tempi di "Diamante lei e Luce lui" sono lontani, purtroppo. La "nuova" Annalisa si avvicina al pop-trap. La voce è inconfondibile e questo le consentirebbe di rendere piacevole persino l'elenco del telefono, ma questo brano stenta a decollare. Da riascoltare.

Francesco Renga: voto 5.5. Non si capisce in quale stile si voglia incasellare. Per questo si fa fatica a seguirlo. La verve non gli manca, ma per riuscire a godere appieno del suo brano servono più ascolti. Disorientante.

Fasma: voto 5. Usa il vocoder. Come praticamente tutti i trapper italiani. E infatti sembra un qualsiasi trapper. Non si percepisce una sua cifra distintiva, oltre al fatto che il ritornello non lo aiuta a comunicare. Nel mucchio.

Giuria demoscopica: voto 4. I gusti sono gusti, ci mancherebbe. Difficile però pensare che il podio possa essere davvero composto da Annalisa, Noemi e Fasma. Ora tarda.