Morto Patrick Adams, storico produttore newyorkese di musica disco e soul

Aveva 72 anni. Il suo periodo migliore negli anni '70: ha partecipato alla realizzazione di quasi 1.500 dischi

Autore, produttore e arrangiatore. Una leggenda per gli appassionati della musica afroamericana, in particolare per gli amanti dei suoni più ritmati e melodici dell'epoca disco. E' morto oggi, mercoledì 22 giugno, Patrick Adams. Ancora sconosciute le cause. La notizia è stata data da Soultracks.com, uno dei portali di riferimento per la musica r&b ed è presto rimbalzata sui social e sui forum frequentati da fan e collezionisti.

Nato a New York nel 1950 - aveva da poco compiuto i 72 anni - Adams fu ai comandi di decine di produzioni che hanno fatto ballare generazioni di appassionati. Il suo periodo migliore sono stati gli anni '70, quando si affermò come uno dei produttori più validi e gettonati della Costa Est. Dopo un inizio di carriera da musicista, con la band newyorkese degli Sparks, Adams si trasferì dietro la console. Ci sono la sua abilità, le sue idee e il suo talento alla base di successi di gruppi e singoli come Sister Sledge, Loleatta Holloway, Eddie Kendricks, Gladys Knight, Ace Spectrum, Black Ivory - band per cui lavorò anche come manager - Four Below Zero, Cloud One, Daybreak e centinaia di altri. Una cifra dice tutto: su Discogs, portale-mercato online di musica da collezione, sono segnalati 1.446 dischi a cui Adams ha messo mano.

Negli anni '80, al tramonto della disco, Adams seppe offrire i suoi servizi anche a big e talenti impegnati a scrivere nuovi capitoli nell'enorme libro della musica afroamericana, come Keith Sweat, fra i pionieri del new jack swing, e Salt-N-Pepa e Eric B & Rakim, stelle della prima ondata rap. Adams ha ricevuto diversi premi e nel 2017 è stato omaggiato con un'esibizione-tributo andata in scena nella sua New York, dove faceva base con la sua casa di produzione Papmus. Fra i ricordi pubblicati sui social ci sono i post su Instagram di Gilles Peterson, dj e fondatore dell'etichetta Acid Jazz - "Ci lascia un'immensa eredità, grazie per la musica" - e del suo sodale e allievo Leroy Burgess che ne ha tracciato un profilo commosso: "Un genio pacato e umile che si prese il tempo di vedere in me quello che io ancora non ero riuscito a vedere".