Da Ligabue a Ermal Meta, Davide Pepe si sente "Libero così"

Il video dell’ultimo singolo del cantautore e chitarrista: "Le mie canzoni, l’anello di congiunzione tra musica e psicoterapia"

Davide Pepe

Davide Pepe

Milano - L’organo elettrico del nonno, il Liga e i Litfiba, il grunge dei Pearl Jam. E quell’affinità artistica che s’accorda con l’amicizia con Ermal Meta e Marco Ligabue. Nella musica di Davide Pepe c’è un mondo intero che va dal blues e il jazz fino alle colonne sonore dei grandi compositori. Suona libera. Consapevole. Passata attraverso “le prime filastrocche che scrivevo da bambino” per arrivare ai pezzi maturi. Che raccontano storie. Anche quelle che nascono dalle emozioni trasmesse dai suoi pazienti.

Davide è psicologo e psicoterapeuta e “spesso durante le sedute sento cose che toccano certe corde intime che danno il La a nuove canzoni”. Le sue tracce disegnano un percorso panoramico, non sono le corsie facili e veloci di un’autostrada. Da seguire, ascoltare e su cui riflettere. Il bisogno di spensieratezza e la libertà dalle ossessioni, l’inno alla speranza e ora “Libero così”, l’ultimo singolo (e video) che “è un grido di libertà. Poi ognuno la può vivere come se la sente. Liberi dalla guerra, dal Covid, da una storia”.

Diventa lo spunto di una seduta terapeutica che vuole spingere a “sentirsi vivi in un mondo di costrizioni”. Anche dall’obbligo stesso di essere liberi. E invece “la vera libertà è potersi esprimere in maniera autentica. Da soli o con qualcuno”. “Libero così” è la terza tappa di un concept che parla di voglia di stare insieme, del dispiacere per aver deluso le aspettative di qualcuno, della richiesta di futuro, del non essere pronti a un distacco: canzoni che diventano anello di congiunzione tra la musica e la psicoterapia.