Clamoroso a Lecco. E l’Inter di Herrera finì ko 2-1

La cronaca di una domenica memorabile. Così Davide battè Golia (con merito) il 12 marzo 1961 nel racconto dell’inviato del Giorno

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Dopo 4 minuti, il breve tempo di cercare di capire qualcosa nella partita, si sentì l’urlo di dolore di Bolchi: da quel momento un’Inter ridotta in dieci uomini avrebbe dovuto cercarsi la strada buona attraverso il mobilissimo esercito del Lecco, compatto e valoroso intorno a quel gran capitano che è il vecchio Duzioni. Poi è venuta la sconfitta, la prima sconfitta di Herrera nel ’61, e quell’incidente a Bolchi (uno strappo muscolare) è certo la prima e fondata scusante. Di qui a negare validità alla vittoria del sorprendente Lecco, certo ci corre molta acqua dell’Adda. Ma la partita si presta, per chi voglia guardar da vicino il suo clamoroso risultato, a molte e contrastanti considerazioni, incluse tutte nella cronaca: da una parte l’immobilità di Bolchi, dall’altra - però - la traversa che ha negato a Bonacchi, sul finire dei primo tempo, di raddoppiare il vantaggio. Ma all’inizio della ripresa l’Inter a propria volta avrebbe potuto pareggiare, prima con un pallone aureo fornito da Balleri a Morbello, poi se l’arbitro Jonni non avesse illogicamente trasformato un rigore sullo stesso Morbello...in punizione a due calci. E a proposito dell’arbitro, valutazioni e indecisioni hanno avuto la loro parte nell’inceppare l’Inter: sul primo gol il bravo Buffon venne letteralmente borseggiato della palla, già sua in pugno, mediante una spintarella da tergo del lento ma non ingenuo Bonacchi. Si era al quarto d’ora di gioco. L’Inter aveva visto da tempo lo sfortunato Bolchi seguir zoppettando, con la manona sulla coscia sinistra faticosamente strascicata, il suo masseur che lo portava a farsi un’iniezione antidolorifica (inutile in casi di strappo, ma tanto valeva tentare). Il glorioso Maciste non sarebbe rientrato che subito dopo il gol, nato da calcio d’angolo. Savioni batteva alto sotto rete: Buffon bloccava, ma era ostacolato alle spalle, e la palla, gli sgusciava come a un principiante. La difesa interista aveva il torto...di fidarsi dell’arbitro, e tutti si fermavano a protestare mentre comodamente Gilardoni riprendeva e insaccava.

Traversa di Bonacchi

Herrera conservava la stessa disposizione tattica dell’inizio, con Balleri alle spalle del bravissimo Guarneri: soltanto, affidava a Lindskog l’uomo di Bolchi; che era l’attivo e vivace Abbadie, non certo indegno della sua gloria internazionale accanto ad altri lariani che sono vere bandiere della provincia calcistica, come Duzioni, Savioni, l’interista (ironia?) Galbiati, e il più bravo di tutti, il sapiente Gotti. In quanto a Bolchi, che stesse là avanti in mezzo, a dar disturbo, e magari a far da spalla per Angelillo con la gamba sana. Senonchè Lindskog era portato a sputar l’anima su ogni zolla del centrocampo, chè altrimenti non ci avrebbe pensato nessuno, così Abbadie sgusciava via tutto solo ed erano guai. L’Inter non giocava male, intendiamoci. In difesa, anzi, era la solita Inter. Andava maluccio, contro una barriera rafforzata dal libero Duzioni, qualche cilindro dell’attacco, come il pur generoso Morbello, come il fine Corso, che tuttavia appariva intimidito e poco ispirato, come — soprattutti — Angelillo. Ahimè sì: il pieno recupero dell’ex-capitano, che sembrava ormai vicino, è di nuovo sfumato. Angelillo appariva fermo, come spaesato, e CardarelIi lo dominava quasi ogni volta in quella posizione di avamposto.

In queste condizioni, il solo che avesse capacità di tirare a rete era Bicicli, che obbligò ad una grossa parata in corner, al 33’, quel ragguardevolissimo portiere che è Bruschini. Ma poco mancava che l’Inter finisse molto male all’intervallo, quando al 41’ il solito Abbadie, trascuratissimo, partì sulla sinistra e centrò: primo tiro di Bonacchi, e gran traversa; secondo tiro di Gilardoni, e palla addosso a Buffon rimasto a terra!

Record mondiale

Poi nella ripresa l’Inter, chiamato avanti Balleri per saldare la frattura di centro campo — dove giostravano molto bene Gotti, Galbiati e soci — prese a premere con vigore quasi incredibile per una squadra che viene da così pazzesco " tour de force": dopo tiri di Bicicli e Angelillo il pareggio parve maturo: al 7’ un bel lancio lungo di Balleri giunse in area a Morbello, che calciò di sinistro ma senza prender la mira, e Bruschini in volo riuscì a deviare quella palla-gol. Cinque minuti dopo, Morbello era di nuovo lì, in area, e avrebbe voluto avventarsi su una palla sfuggente quando Duzioni lo trattenne per una gamba. Jonni fischiò, e il caso era incontroverso: rigore, non certo ostruzionismo (che si ha quando si carichi "regolarmente" un uomo senza pallone). Invece Jonni fece battere una punizione di seconda.

L’Inter insisteva, e una gran palla arrivò proprio sulla gamba malata di Bolchi, che non riuscì

nemmeno a sollevarla ! Anche i terzini cercavano di giungere a tiro, e il Lecco ogni tanto dava

ruggiti in contropiede, da quel leone che appariva oggi. Finchè al 31’ si mosse il solito Abbadie (che nella ripresa si era conservato con molta precauzione...), e il suo traversone venne corretto di testa da Bonacchi a Gilardoni, che fece il secondo centro. Record mondiale, se ci pensate: chi mai al mondo ha segnato tre gol (compreso quello dell’andata) alla famosa Inter di Herrera? Perché i nerazzurri non si rassegnassero venne al 41’ il fortunoso gol di Balleri, che alzò sotto rete un cross senza pretese: ma Bruschini era venuto due passi avanti, e il cross, essendo... sbagliato, entrò a fil di traversa. Due a uno, ma il tempo (quattro minuti) era tiranno con quell’Inter lanciata all’arrembaggio: ci fu però un cross di Morbello mancato da Lindskog e fu l’ultima emozione.