
"La birra, insieme al caffè, è il più potente dei social e le persone tornano dove sono state bene". Parola di Giovanni Porcu, ad di Foodbrand Spa, società all’interno della quale rientra Doppio Malto. Un’azienda italiana che produce birra artigianale in due stabilimenti a Erba (Como) e a Iglesias (in Sardegna) per poi venderla nei locali di proprietà che ne costituiscono la rete di distribuzione. "Il successo di Doppio Malto — assicura Porcu, che in meno di dieci anni ha aperto 42 ristoranti, di cui quattro all’estero — è dovuto all’attenzione per i clienti. Non basta offrire un ottimo hamburger. Ciò che conta è garantire un’esperienza piacevole, in fondo il vero motivo per cui si esce, considerato che un buon piatto può essere ordinato pure da casa". Una filosofia che ha ispirato il progetto fin dall’origine. Da quando, nel 2016, Porcu — che dopo la laurea in Giurisprudenza e l’abilitazione a esercitare la professione di avvocato, aveva maturato esperienze nel settore alimentare aprendo degli Old Wild West — acquistò il birrificio Doppio Malto di Erba fondato dal mastro birrario Alessandro Campanini, e rilevò il marchio.
Da allora il brand è cresciuto: è stata costruita una seconda fabbrica a Iglesias con maggiore capacità produttiva e i primi locali a Verona e a Scalo Milano (Locate di Triulzi) sono ora parte di un capillare canale distributivo in rapida espansione. Non tutto, però, è cambiato: di apertura in apertura, è rimasta costante, e resta viva, la consapevolezza di "essere responsabili dell’unica uscita serale settimanale di molte persone", con l’ambizione di fare di ciascuna sede un "luogo felice, dove stare bene in compagnia degli amici, con i quali ci si ricorderà non tanto, o non solo, della birra bevuta, ma anche e soprattutto del momento passato insieme".
Alla cura degli spazi interni — dall’illuminazione nelle sale al comfort ai tavoli — Porcu coniuga la vocazione verso l’esterno. O più precisamente, verso l’estero. Dove — allora giovanissimo cameriere a Londra durante le vacanze scolastiche estive — intuì che fosse possibile realizzarsi nell’ambito del food con un modello innovativo di vendita. "Quando ho cominciato avevo paura e poche certezze", racconta. "Bisogna andare fuori e aprirsi alla competizione", ripete. E sogna di consolidare il brand fra Regno Unito e Francia, dove sono aperti i ristoranti a Glasgow, Newcastle, Bordeaux e Parigi.