Qualità, rispetto, sostenibilità segreti della crescita di Fantini

Il fondatore Valentino Sciotti: "Sul prodotto non indietreggeremo mai. Le previsioni fosche sono fuori logica, almeno per noi". E il fatturato cresce

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"Nella scelta necessaria tra tutelare la marginalità e abbassare la qualità, non abbiamo impiegato neanche mezzo secondo per imboccare la prima strada. E abbiamo fatto bene". Parola del fondatore di Fantini group, Valentino Sciotti.

Un’annata vinicola, la 2022 appena chiusa, che "è andata ampiamente oltre ogni previsione. Forse ci eravamo fatti influenzare anche noi da un poco di pessimismo dilagante, e invece...". E invece, a conti definitivi, evidenzierà una leggera contrazione nel volume di mercato, ma un significativo aumento di fatturato "perché, a fronte di costi crescenti, nella scelta necessaria tra tutelare la marginalità e abbassare la qualità, sulla qualità del prodotto non indietreggeremo mai". Si è rivelata una scelta vincente, oltre che in linea con l’identità del marchio. Anche il futuro appare molto meno nebuloso di quanto certe previsioni di mercato lasciano intravedere: vi sono analisi (Osservatorio Uiv-Vinitaly) che prevedono per il vino italiano un calo del 16% nel fatturato 2023, "ma pensiamo che non sarà così, è fuori logica almeno per noi. Ci aspettiamo un altro anno all’insegna della tenuta, diciamo giocato soprattutto in difesa, per tenere le posizioni e magari anche avanzare un poco, in misura forse contenuta ma significativa".

Valentino Sciotti è reduce da un viaggio a Miami ("Per valutare opportunità di acquisto") e quando parla della sua creatura è sempre di buon umore. Quella Fantini Group fondato con due amici nel 1994 e portata al successo, oggi è diventata azienda leader tra le esportatrici del Sud Italia, grazie a un’attenta politica votata alla più alta ricerca qualitativa e di marketing. La barca ha resistito bene anche tra i marosi dell’incertezza e della scarsità, coi venti di guerra a raffreddare ogni ottimismo e i colpi di coda della pandemia a sollevare la polvere del dubbio. I numeri sono incoraggianti, Sciotti lo conferma: "Chiuderemo l’annata con circa 24 milioni di bottiglie immesse sul mercato, ossia un paio di meno rispetto al 2021, ma un fatturato di 93 milioni di euro (lo scorso anno furono 91, a consuntivo, ndr)". Dati che consentono il sorriso, e l’Ebidta è incoraggiante. "Siam certi di rimanere sopra il 20%". Persino le montagne russe sul mercato vengono vissute con la sicurezza del navigatore ormai esperto, "durante i lockdown siamo stati in grado di riposizionarci con celerità, aumentando di moltissimo la nostra presenza sull’off-trade. Oggi che è quest’ultimo segmento a flettere, torniamo con facilità a presidiare soprattutto l’Horeca, che è poi la collocazione a noi più congeniale per identità storica. Nel 2023 è soprattutto lì che punteremo le nostre fiches". Soddisfazioni? Molte. A iniziare dal riconoscimento di Deloitte, per la quinta volta consecutiva Fantini Group è stato premiato con il Best Managed Companies Award. Il segreto? Mai fermarsi. "Pensiamo sempre con favore a possibili acquisizioni di aziende, in Italia e all’estero, con le quali stabilire ulteriori sinergie. Ci stiamo guardando attorno". Prosit.