ROBERTO SANVITO
Monza Open

Martina Colmegna, vita e sacrifici di una tennista “normale”

L’atleta di Cesano Maderno, numero 578 nel ranking Wta, racconta la sua carriera da professionista lontano dai riflettori: “Viaggio da sola e non sgarro su cibo e altri vizi. Voglio restare in questo ambiente”

Martina Colmegna ha partecipato al primo torneo da professionista all’età di 16 anni

Martina Colmegna ha partecipato al primo torneo da professionista all’età di 16 anni

Cesano Maderno, 9 aprile 2025 – Martina Colmegna è una che non si arrende. In particolare a una spalla “ballerina” che in carriera, probabilmente, le ha tolto molto. Oggi è la numero 578 nel ranking Wta, nel febbraio del 2023, guarda caso dopo un anno senza problemi fisici, è arrivata alla posizione 347, addirittura alla 185 nel doppio dove si è tolta parecchie soddisfazioni.

Non si arrende a una vita fatta di sacrifici che però le ha permesso fino a oggi – ha 28 anni – di fare quello che più le piace. Non è il mondo dorato degli Slam, ma viaggia, gioca a tennis e si immagina un futuro nello sport che pratica da quando aveva 6 anni sui campi di via Po a Cesano Maderno, la sua città.

La sua quotidianità corre parallela al tennis, tutto in funzione dello sport, ma quanto è costato in termini di sacrifici?

“Ovviamente tanto, ed è così da almeno una dozzina di anni da quando ho iniziato a fare tornei fuori dall’Italia. Sono tennista professionista dall’età di 16 anni quando partecipai al mio primo torneo da 10mila dollari. Allenamenti, spostamenti e soprattutto uno stile di vita che deve essere perfetto. Pochi vizi, mangiare bene, insomma quella che chiamano la vita d’atleta”.

Sacrifici anche economici, immaginiamo. I premi importanti se li portano a casa forse le prime 200 al mondo. Sotto è dura stare a galla. Come si fa?

“Si fa che viaggio da sola. Senza accompagnatori e senza l’allenatore, altrimenti i costi raddoppiano. Sono io che organizzo gli spostamenti, prenoto aerei e hotel. E poi sono una sorta di datrice di lavoro perché tocca a me pagare l’allenatore, il massaggiatore, il fisioterapista. C’è tutto un mondo che gira intorno a un’atleta professionista. Oggi riesco a mantenermi senza l’aiuto di nessuno. I tornei a squadre danno una mano, ho giocato anche nella serie A tedesca, a Cesano abbiamo disputato la serie A2, quest’anno farò la B1 a Clusone”.

Una tennista contabile, insomma. Le soddisfazioni più alte in carriera?

“Le qualificazioni agli Internazionali di Roma, le ho fatte due volte. Giocai e persi contro Monica Puig che poi avrebbe vinto la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Rio”.

E il 2025?

“Il primo obiettivo è giocare tutto l’anno senza problemi fisici. Ora c’è Bellinzona, sto alzando un po’ il tiro nei tornei futuri”.

A dicembre compirà 29 anni, sta già pensando al futuro?

“Devo dire che il tennis offre molti sbocchi a livello lavorativo. Resterò sicuramente nell’ambito, insegnerò, seguirò qualche atleta. Vedremo. Adesso penso solo a giocare e voglio farlo il più tempo possibile”.