Tragico incidente Forcola: "Tutto il paese è sotto choc per la morte di Renè"

Cosio Valtellino, la data dell’autopsia non è ancora stata fissata e intanto sono stati dimessi gli altri due studenti coinvolti

René Sottocornola

René Sottocornola

Compagni di scuola e di squadra, insegnanti, amici, familiari e un’intera località, quella di Cosio Valtellino, sotto choc per la morte di René Sottocornola, il 18enne che ha perso la vita sabato mattina in un tragico incidente mentre stava andando a Sondrio, a scuola, con due amici e compagni, Alessandro Artene e Federico Bongio. Non ancora fissata la data dell’autopsia, disposta dalla Procura che ha aperto un’inchiesta per fare chiarezza sulla dinamica dell’incidente.

"Tutta la scuola si stringe attorno alla famiglia Sottocornola e a quelle degli altri due ragazzi – afferma la dirigente scolastica del liceo Donegani, Giovanna Bruno -. Tre ragazzi pieni di vita, come lo è tutta la classe quinta A dello Sportivo. Non riusciamo a credere che possa essere successo". Il giovane, 18 anni compiuti un mese fa, lascia mamma Angelica, papà Mauro, una sorella e un fratello che, ad appena 10 mesi, rimase coinvolto in un grave incidente a Lugano, il suo passeggino urtato da un’auto fuori controllo. Si riprese, fortunatamente.

"Tutta la comunità è sgomenta – le parole del sindaco di Cosio Valtellino, Alan Vaninetti, vicino di casa della famiglia -. È difficile affrontare tragedie simili, per i famigliari, in primis, ma anche per tutto il paese, perché René era un ragazzo solare, sportivo, pieno di vita. Un grave lutto, per tutti noi, tanto più perché giunto improvviso". La passione di Renè era lo sport. Giocava a basket, nella Pezzini, e proprio la sera prima dell’incidente aveva deciso di riprendere ad allenarsi e a giocare dopo un periodo di pausa. "Un bravissimo ragazzo, capace di fare gruppo – dice il responsabile minibasket della Pezzini, Alberto Busi, suo allenatore lo scorso anno -. Era pieno di amici, quando abbiamo giocato a Sondrio l’anno scorso c’erano tanti suoi compagni di scuola a vederlo, e tante ragazze che lo seguivano perché era anche un bel ragazzo". Alessandro e Federico sono stati dimessi dall’ospedale. Mi.Pu.