Sempre più giovani in “ritiro sociale”

Con la pandemia si sono acuite le nuove dipendenze. Web e videogiochi sostituiscono amicizie e sport

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di Federica Pacella

Ragazzi di 13 anni che diventano “mostri“, come quelli con cui abitualmente giocano nei videogames, e rompono il joystick, la finestra, urlano, sbraitano. Ma anche giovanissimi che preferiscono ritirarsi dalle attività sportive reali, rifugiandosi nel più rassicurante mondo del videogioco, dove si può diventare campioni più facilmente e con minor sforzo. Con la pandemia si sono acuite le nuove dipendenze tra i giovanissimi, per i quali il web e i videogiochi sono diventati allo stesso tempo causa e conseguenza di ritiro sociale. "Se prima della pandemia ricevevamo molte richieste legate alle scommesse sportive da parte dei giovani, oggi sono più che raddoppiate quelle per problemi di dipendenza da videogioco", spiega Paolo Di Marco, psicologo e psicoterapeuta specializzato nelle nuove dipendenze all’interno di Spazio off, realtà nata della Cooperativa Fraternità destinata a ludopatia, gioco d’azzardo, disturbi dovuti all’eccessivo utilizzo di nuove tecnologie. Mensilmente arrivano 6-7 nuovi ragazzi che vengono presi in carico per le nuove dipendenze, per un totale di una trentina di persone seguite. "Dal nostro osservatorio – spiega Di Marco – vediamo la crescita di ritiri scolastici, ma, in generale, si può dire che cresce il ritiro da ciò che è la socializzazione". Capita, ad esempio, che chi è bravo con un videogioco sportivo, poi voglia provare a sperimentare l’attività nella vita reale, ma rendendosi conto di non essere un campione preferisca tornare allo sport virtuale. "Lo stesso dicasi per la scuola, perché questi due anni di lezioni a distanza, mediate da uno schermo, in alcuni casi hanno reso più complicato il rientro in presenza, che richiede un certo tipo di confronto relazionale". Il videogioco diventa così un rifugio, fino ai casi estremi in cui si arriva alla dipendenza. "Si crea una struttura sintomatologica, con grandi problematiche di controllo degli impulsi. Sono casi che esistevano anche prima, ma ora si registra un netto aumento". Per intervenire, in Spazio off si usano strategie innovative, come l’eduplayer, che lavora sulla dipendenza proprio attraverso il videogioco per andare a scoprire aspetti creativi ed espressivi dei ragazzi.