Scomparso in Valmalenco, tragica scoperta: trovato il corpo senza vita di Mattia

Il cadavere del giovane di Albavilla è stato individuato nel bosco, non lontano dal rifugio dove era stato visto l'ultima volta

Mattia Mingarelli

Mattia Mingarelli

Chiesa in Valmalenco (Sondrio), 24 dicembre 2018 - Si sono concluse tragicamente la Vigilia di Natale le ricerche di Mattia Mingarelli, svanito nel nulla dallo scorso 7 dicembre. Il corpo senza vita del trentenne di Albavilla (Como) è stato ritrovato nel bosco a poca distanza dal rifugio Barchi, a Chiesa in Valmalenco, perquisito e sotto sequestro ad opera dei carabinieri nell’ambito delle indagini sulla misteriosa scomparsa del rappresentante di commercio della ditta di Nuova Olonio, frazione di Dubino, in Valtellina.

Sul posto sono intervenute diverse squadre delle forze dell’ordine, guidate dal colonnello Emanuele De Ciuceis, con i Vigili del fuoco. Al momento non è dato sapere in che condizioni sia stato trovato il cadavere e neppure, ovviamente, le cause del decesso. Informato del ritrovamento il magistrato di turno della Procura di Sondrio che si appresta a raggiungere il luogo del tragico ritrovamento. Secondo le poche notizie filtrate dallo stretto riserbo degli inquirenti, coordinati dal procuratore di Sondrio, Claudio Gittardi, il cadavere sarebbe stato rinvenuto in una zona boschiva impervia, una zona a circa 1.800 metri di quota, a non moltissima distanza dal rifugio Barchi, lo stesso nel quale sarebbe stato visto per l’ultima volta. Non filtrano particolari, al momento, sulle cause del decesso del 30enne la cui salma non è stata ancora recuperata. Incidente alpinistico? Gesto suicidia, ipotesi questa da subito scartata dalla famiglia? O, peggio, omicidio dovuto a un’azione violenta di altri ? O un decesso dovuto ad altra causa con successiva sparizione del corpo da parte di uno o più soggetti ?

È prematuro, per ora, trarre conclusioni che potrebbero rivelarsi affrettate, anche perché il quadro della situazione non è ancora chiaro, in attesa dei necessari sopralluoghi degli uomini del Nucleo investigativo del comando provinciale di Sondrio dei carabinieri, mentre i vigili del fuoco allertati del ritrovamento dal 118 hanno mandato sul posto una potente fotocellula per illuminare a giorno il luogo della macabra scoperta avvenuta dopo diversi giorni di ricerche ad opera anche del Soccorso alpino, del Sagf della Guardia di finanza e dei volontari della Protezione civile. Tante ricerche, anche con cani molecolari, nella zona del rifugio Barchi, perquisito e messo sotto sequestro, il cui titolare, non indagato, aveva raccontato di aver raccolto nella neve il cellulare di Mattia e di averlo in seguito consegnato ai familiari del giovane, il cui cane Dante continuava a stazionare nella zona del rifugio.