Novate Mezzola, la protesta delle lenzuola per l'ex Falck

Manifestazione dei cittadini in vista del processo sulla bonifica dell'area dove sorgeva l'impianto siderurgico

Le lenzuola esposte dai cittadini del Comitato salute e ambiente

Le lenzuola esposte dai cittadini del Comitato salute e ambiente

Novate Mezzola (Sondrio), 4 settembre 2019 - "12 settembre 2019. Per Novate ma non solo chiedo giustizia". Parlano chiaro gli striscioni preparati dai volontari del Comitato salute ambiente valli e lago per la lenzuolata di martedì sera. L’iniziativa, denominata “Balconi e finestre urlano insieme a noi”, è stata organizzata per incontrare la popolazione in vista dell’importantissimo appuntamento di settimana prossima, quando si svolgerà la prima udienza del processo sull’inquinamento dell’area ex Falck. Procedimento nel quale sono stati rinviati a giudizio dieci tra amministratori di società e pubblici ufficiali di Arpa e Provincia di Sondrio, oltre a tre aziende, per reati che vanno dal falso ideologico in atto pubblico a omessa bonifica.

Alcuni membri del Comitato, durante l’incontro, hanno distribuito delle lenzuola alle persone riunite in piazza Europa, di fronte al municipio del paese. Invitandoli ad appendere gli striscioni all’esterno delle proprie abitazioni. E successivamente, ad immortalarli e a pubblicare le foto sui social. In vista del prossimo dodici settembre, i volontari stanno organizzando un pullman per raggiungere Sondrio e far sentire la propria voce anche davanti alla sede del tribunale.

È ancora possibile iscriversi all’iniziativa. La partenza è prevista per le 7.15 di giovedì 12 dal piazzale del mercato cittadino, di fronte al bar Bif. Nonostante l’iter processuale sia ancora agli inizi - l’ultima seduta dell’incidente probatorio si è svolta il 28 febbraio scorso - il problema della Falck è annoso: l’impianto siderurgico, aperto negli anni sessanta e chiuso nel 1991, ha lasciato certamente un’eredità difficile da gestire. Due le ipotesi, avanzate all’epoca, per gestire l’area industriale: la bonifica totale del terreno oppure la sua messa in sicurezza. Aspro il dibattito su quale fosse la soluzione migliore da adottare ma, alla fine, si arrivò alla stipulazione di un accordo con la nuova proprietà che prevedeva la messa in sicurezza del sito, tramite la copertura delle scorie con un cappotto impermeabile.

L’intervento, però, lascerebbe aperti molti dubbi: rimangono infatti visibili, soprattutto durante le giornate di pioggia, delle tracce di percolato giallastro - gli inquirenti accerteranno la pericolosità o meno di tali suppurati - sul muro sottostante la zona di interramento. Ancora più preoccupante appare la situazione presso la discarica del Giumello: qui alcune testimonianze riferirebbero come le scorie siano state coperte unicamente da teli di plastica, protezione insufficiente per tutelare la sottostante falda acquifera.