Madesimo e lo scandalo del mattone, tutti salvati dalla prescrizione

Otto gli imputati (anche lecchesi), tra cui l'ex sindaco Pierluigi Scaramellini

Tribunale (foto d'archivio)

Tribunale (foto d'archivio)

Madesimo, 22 gennaio 2010 - Sono stati “salvati” dalla prescrizione costruttori, professionisti e amministratori locali finiti a processo per presunti abusi edilizi a Madesimo. L’inchiesta era stata aperta nel 2012 e condotta dalla Guardia di Finanza di Chiavenna. A processo l’ex sindaco Pierluigi Scaramellini, l’ex tecnico comunale Ezio Gianera, il costruttore Pierangelo Mazza, l’architetto Lorenzo Gonzales, quindi i costruttori lecchesi Omar Sangiorgio e Nicolò Micheli e gli architetti Pierino Luconi e Raffaella Ballabio.

La maxi inchiesta ha fatto tremare Madesimo e avrà un seguito in sede civile. Tra le ipotesi accusatorie: un corso d’acqua spostato per consentire che una costruzione venisse allargata, un rogo doloso ai danni di una storica dimora per cancellare il vincolo paesaggistico che avrebbe fatto saltare la costruzione di nuovi complessi residenza per vacanzieri in località Pianazzo con un aumento della cubature da 660 a 4mila metri cubi. Con i valori degli immobili che è salito fino a 7 mila euro. Il Pm Elvira Antonelli ha accertato “la responsabilità penale degli imputati“, ma è sopraggiunta la prescrizione dei reati. Il PM ha chiesto la confisca di tutti i beni. Al termine di una lunga camera di consiglio, il collegio giudicante, presieduto da Barbara Licitra, ha assolto dalla concussione per insufficienza di prove l’ex sindaco Scaramellini e di un abuso edilizio il costruttore Mazza, mentre gli altri reati di cui erano accusati tutti gli imputati (abusi d’ufficio, falso ideologico, falso in atti pubblici) sono andati prescritti. I giudici hanno poi deciso la restituzione dei beni al fallimento e quindi la vicenda si concluderà in sede civile.