"Ho gli incubi perché ho paura della guerra"

Le immagini degli scontri trasmesse in tv spaventano i bimbi e qualcuno di loro si è rivolto a Telefono Azzurro

Non stanno vivendo la guerra direttamente sulla propria pelle, come i coetanei che arrivano dall’Ucraina, ma anche i bambini e le bambine che vivono a Brescia, come in tutta la Lombardia, sentono la pressione della guerra. Lo hanno osservato a Cascina Botà, sede dell’associazione Telefono Azzurro Rosa, punto di riferimento telefonico legato in particolare all’emergenza ed al grave maltrattamento per le donne, i bambini e gli adulti in stato di disagio. "Abbiamo ricevuto la telefonata di un bambino di 8 anni – racconta la presidente Ivana Giannetti – che ha chiamato il Telefono Azzurro per dire che aveva paura della guerra". Un segnale certamente significativo di quanto anche i più piccoli risentano di vicende solo apparentemente lontane da loro, che chiama in campo famiglie ed educatori per aiutarli a capire ed elaborare qualcosa di cui sentono parlare continuamente con preoccupazione in casa e tv, e che non può non spaventare anche loro.

"L’esperienza di Covid insegna molto – aggiunge Giannetti – abbiamo visto un’esplosione di aggressività da parte degli adolescenti, ci chiamano famiglie che sono disperate, perché non sanno cosa fare con questi ragazzi. Credo che c’entri molto l’effetto della pandemia e del lockdown". Per capire quanto la guerra stia plasmando l’immaginario dei bambini sono altrettanto emblematici i disegni, soprattutto dei piccoli che vengono dall’Ucraina. Per loro, non ci sono più paesaggi fatati: Daria, 7 anni, ad esempio, arrivata con la sua mamma proprio nella sede di Telefono Azzurro Rosa, su un foglio bianco ha disegnato un soldato ucraino, con la mimetica, sopra cui spicca la frase “amo l’Ucraina“. Uno degli effetti collaterali della guerra che oltre a devastare le città rischia di segnare, a lungo se non per sempre, anche l’anima dei più piccoli.

F.P.