Edilizia, buone prospettive ma con tempi ristretti e pochi operai

Il sindacalista Ricchini della Filca Cisl sui bonus: "Avremmo auspicato una programmazione che andasse oltre il 2022"

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Rispetto alla primavera scorsa, rabbuiata dal blocco totale dei cantieri a causa del Covid, l’edilizia della provincia di Sondrio ha cambiato decisamente faccia: sorride alle ben più rosee prospettive. Le varie agevolazioni, in special modo super bonus 110 per riqualificazione energetica e super bonus 110 sisma bonus, che si sommano ai precedenti ancora in vigore, come l’ecobonus al 50 e al 65% e il bonus casa legato alla ristrutturazione, fanno respirare piccolegrandi boccate d’ossigeno a tutto il comparto e ai settori che gli ruotano attorno.

Per rendersene conto basta fare un giro in città: sono tanti i condomini e le case private impacchettati dai ponteggi, a protezione dei cantieri aperti. Ma ad accompagnare una promettente ripresa (seppur limitata a opere piccole o private) si riscontrano alcuni problemi: reperimento maestranze e tempistiche strette. Lo sottolinea Rossano Ricchini, segretario della Filca (Federazione italiana lavoratori costruzioni e affini) Cisl provinciale. "Quella legata al 110 è una sensazione positiva - spiega Ricchini - I primi dati del 2021 fanno ben sperare, speriamo di continuare su questa strada. Sembra che il comparto abbia recuperato rispetto alle difficoltà dell’anno scorso causate dalla pandemia e alle prospettive buie che ne sono seguite". In negativo, però, il sindacalista segnala "tempi troppo stretti". "Avremmo auspicato una programmazione che andasse oltre il 2022 - chiarisce -. Per gestire il super bonus sono nate società che oggi hanno in pancia un numero molto elevato di commesse che, per lo più, partiranno tra febbraio e marzo. E sono tutti cantieri che non si esauriscono in poche settimane. I tempi si allungano oltremodo se consideriamo, poi, le varie perizie e gli studi preliminari necessari per accedere alle agevolazioni, che vanno presentati prima di iniziare i lavori". A complicare il quadro un secondo ostacolo: la difficoltà nel reperire figure professionali ad hoc. Non solo i privati fanno fatica, anche le imprese. "Mancano professionalità indispensabili come, ad esempio, termotecnici e geometri, ed è difficile recuperare pure la manodopera che lavora in cantiere", prosegue Ricchini. "Anche nell’edilizia servono operai qualificati e non si può tergiversare: tutto il lavoro deve essere ben organizzato. È una catena, finisce uno e inizia l’altro". Quindi "ben vengano i bonus che sono da stimolo a interessanti ristrutturazioni e riqualificazioni, ma con tempi più lunghi", continua. Questi problemi si aggiungono ai classici che da sempre attanagliano il settore edile che, "tra il 2019 e il 2020 contava più di 3.000 operai (gli impiegati sono esclusi dal conteggio) - conclude il sindacalista - e circa 560-570 imprese". Numeri che non possono essere completi. Ad esempio nel novero delle ditte mancano quelle che arrivano da fuori provincia e che, mettendo in piedi cantieri che durano meno di tre mesi, non devono iscriversi alla Cassa Edile.

Camilla Martina