Agressione dopo la morte del gatto: 2 anni e 8 mesi

Il giudice lo ha condannato a quasi sei anni di carcere anche per i reati di riciclaggio e spaccio

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La morte della sua gattina lo aveva spinto a commettere un raid di violenze nei confronti dei veterinari che avevano svolto l’intervento di sterilizzazione, nonostante i due medici lo avessero avvisato dei rischi e delle precarie condizioni dell’animale. Una rabbia che per Andrea Cereser, 21 anni di Inverigo, è sfociata ieri in una condanna a quasi 6 anni di carcere, al termine del processo con rito abbreviato che si è svolto davanti al Gup di Como Carlo Cecchetti.

I fatti risalgono ad agosto dello scorso anno, quando Cereser si era rivolto ai veterinari, referenti di una associazione che presta assistenza a gatti abbandonati o di proprietà di persone in difficoltà economica. La rabbia si era scatenata soprattutto contro la veterinaria che lo aveva accolto e spiegato i rischi di un intervento su un animale in condizioni non ottimali. Le conseguenze della morte della gattina erano state violentissime: auto data alle fiamme, ambulatorio preso a sprangate, scritte spray a terra, ma anche un’aggressione fisica.

Il giudice lo ha condannato a 2 anni e 8 mesi per tutte queste condotte riunite in continuazione, ad altri 2 anni e 8 mesi per il riciclaggio di un motorino a cui aveva alterato la targa, e a ulteriori 4 mesi per alcuni grammi di droga e una piccola serra trovati nella sua abitazione durante la perquisizione. L’imputato si era presentato nello studio dei veterinari, li aveva minacciati e scagliato un tablet in testa alla donna, aveva gridato che erano assassini, che avevano ucciso il suo gatto e che gli avrebbe bruciato la casa. Erano poi comparse scritte diffamatorie davanti al cancello, sfasciati a sprangate il citofono e la cassetta della posta, lanciati sassi, intervallati da telefonate di minaccia. Fino alla sera, quando l’auto della veterinaria era stata data alle fiamme. Paola Pioppi