Tirano, a Palazzo Foppoli l'arte del maestro Rinaldi

Oltre 40 quadri per celebrare i 50 anni di carriera dell'artista Riccardo Rinaldi

Il pittore Rinaldi

Il pittore Rinaldi

 

Tirano, 10 aprile 2018 - Uno sguardo, un balzo deciso e sei già dentro la tela. In quei paesaggi verdeggianti nell'accorto equilibrio tra valori coloristici e disegnativi. Ne avverti i profumi e il vento. Lo scalpiccio dei passi lungo i sentieri nevosi nel silenzio ondulato dell'alba. E' come aprire la porta delle abitazioni montane ed essere investiti dalle forze telluriche della terra e dei cieli. Osservi le luci del meriggio e i prati verdi, ma non puoi coglierne i fiori poichè soltanto dipinti. Le maestose opere del maestro Riccardo Rinaldi in mostra a Palazzo Foppoli a Tirano fino al 15 aprile (44 quadri dall'energia vitale inconfondibile per celebrare i suoi 50anni di arte) possiedono il miracoloso dono del colloquio.

Da esse si libera il canto vivo e palpitante della natura, dei luoghi valtellinesi e non solo. Una malia che trasporta il fruitore nei loro universi. "Dipingo da sempre ed è una emozione senza pari!" spiega Rinaldi. Gli artigli del tempo che scavano i ruderi e scardinano l'ovvio non sono riusciti a scalfire neppure con una ruga sola la sublime poesia di questi capolavori: opere eterne che resistono al trascolorare delle stagioni e delle mode. Incapaci di confondersi con la banalità che spesso accomuna l'arte odierna.

Rinaldi non abbisogna di mostrarsi atipico cercando l'insolito o peggio di azzardare l'impossibile grazie a soluzioni inesplorate, a buchi sulle tele, per farsi notare e strappare così consensi a platee prive di gusto. Le sue opere s'impongono e parlano da sole senza necessità di strategie alcune in una fascinosa improvvisa sindrome di Stendhal che toglie il fiato allo spettatore e che consente a Rinaldi di vivere della sua arte grazie all'incessante, sconfinato apprezzamento di un pubblico che non smette di acquistare e veicolare i suoi lavori. Un talento indiscutibile che scorre nel dna da sempre forgiato da un arcano abisso di creatività. Un'arte la sua che fin dall'infanzia ha sentito urgenza di traboccare e che ha illuminato il volto e l'intera sua vita come l'emozione nel ricevere la sua prima scatola di "Caran d'Ache presa apposta per me da mia madre! Avevo 8 anni”.

(La rassegna è visitabile dalle 10 alle 12,30 e dalle 15 alle 19,30).