Cinisello, preso il killer della penna-pistola

A febbraio sparò a un trans. È un pregiudicato già in carcere per una rapina tentata 12 ore dopo il delitto

La penna-pistola sequestrata

La penna-pistola sequestrata

Cinisello Balsamo (Milano), 17 ottobre 2018 - Ha usato una pistola del tutto simile a una normalissima penna in acciaio. Un’arma da film di 007, dotata di silenziatore, privo di marca e matricola, con cui ha ucciso - forse per rapina - un transessuale con il quale aveva trascorso alcune ore nella notte tra il 3 e il 4 febbraio in un pied à terre ricavato in un seminterrato del popolare e multietnico rione Crocetta di Cinisello Balsamo, alle porte di Milano.

Ieri Giovanni Amato, 42enne di Segrate è stato arrestato. A incastrarlo sono stati i carabinieri di Sesto San Giovanni che lo hanno raggiunto in prigione a San Vittore con un’ordinanza di custodia. Amato era stato arrestato alcuni mesi fa in seguito a una sanguinosa rapina compiuta la sera del 4 febbraio (12 ore dopo l’omicidio di cui è accusato) in un ristorante di Segrate dove con quella stessa arma aveva sparato 4 colpi al titolare, un cinese, ed era stato a sua volta ferito a coltellate. Il luogo dell’omicidio è un seminterrato che Carlos Cardenas Gutierrez, viado peruviano di 42 anni, aveva trasformato in alloggio insieme a un connazionale. Quella notte Carlos aveva incontrato il suo presunto omicida lungo viale Zara di Milano. Poco dopo la una aveva inviato un messaggio al suo coinquilino, avvisando che sarebbe rientrato a casa col cliente. Intorno alle 4, proprio il connazionale aveva trovato il suo corpo senza vita riverso sul letto, con un filo di sangue alla bocca. Solamente 48 ore più tardi, con l’autopsia si era scoperto che Carlos era stato raggiunto da un proiettile calibro 22 esploso alla schiena, all’altezza della spalla sinistra.

L'indagine era cominciata dalla scena del delitto, dove era stata individuata un’impronta su una bottiglia di Coca-Cola, e proseguita esaminando decine di ore di immagini delle telecamere di sorveglianza tra Milano e Cinisello. Si è scoperto che i due erano arrivati a Cinisello a bordo di una Fiat Punto grigia, con un faro più luminoso dell’altro, specchietti e fiancate nere. Si è tentato di abbinare ai proprietari di Fiat Punto circa 60mila intercettazioni telefoniche compiute sulle celle di telefonia di viale Zara. Mesi dopo si è scoperto che l’impronta trovata in casa apparteneva a un uomo, già arrestato per rapina, la cui madre era proprietaria di una Fiat con quelle caratteristiche. L’ultima conferma l’ha fornita la penna-pistola: l’uomo l’aveva persa durante la rapina di Segrate. Il confronto dei proiettili esplosi nei due casi ha chiuso il cerchio.