“Piccoli&Grandi”, a Sesto vincono le mamme: "Il servizio ripartirà a settembre"

Dietrofront dell'amministrazione dopo la protesta dei genitori

La protesta dei genitori

La protesta dei genitori

Sesto San Giovanni (Milano), 30 luglio 2017 - Un presidio sotto il municipio, mezz’ora prima dell’inizio del consiglio comunale, e la vicenda Piccoli&Grandi subisce l’ennesimo cambiamento della giornata. Il centro per le famiglie e i bambini da 0 a 3 anni di via Tonale ripartirà a settembre, non sarà sospeso e le educatrici saranno le stesse. Vittoria piena, insomma, delle mamme “resistenti”. Almeno, così pare. Anche se, a oggi, ancora non si sa quale è la soluzione trovata dall’amministrazione per i problemi di copertura finanziaria e di risorse umane che il sindaco Roberto Di Stefano aveva sollevato. "Il 4 settembre, qualunque decisione verrà presa, ci troviamo da Piccoli&Grandi - annuncia il neonato comitato, che mette insieme genitori, nonni e addetti -. Per festeggiare il risultato e riabbracciare le nostre amate educatrici oppure per tornare dal sindaco, che vorrei ricordare con tanto di stretta di mano ha promesso di riattivare il servizio come previsto da calendario e di venire con noi".

Le mamme sono agguerrite e lo hanno dimostrato nella protesta organizzata in poche ore con un passaparola per sms e social network. "Ci dicono che stiamo strumentalizzando la questione. A noi interessa solo un servizio vitale. Siamo delle madri “sfigate”, io sono disoccupata. Perché mai dovrei addentrarmi nella polemica politica?", sbottava una giovane mamma sotto il palazzetto comunale. "In cassa oggi abbiamo appena 600mila euro e ogni mese spendiamo 2 milioni solo per gli stipendi del personale dell’ente - ha spiegato Di Stefano alle famiglie -. Nonostante un bilancio disastroso, abbiamo deciso di stabilizzare 7 educatrici, precarie da oltre 13 anni, per garantire la continuità dei nidi". Inizialmente si pensava di spostare le 5 operatrici di Piccoli&Grandi negli asili. "Poi abbiamo visto che hanno delle limitazioni e non potrebbero svolgere quella mansione. Nessuno ha mai pensato di chiudere il servizio. La comunicazione ai genitori è stata errata ed è partita dagli uffici senza il via libera della Giunta".

Una fuga di notizie non corretta, insomma. Tra le critiche delle mamme va registrata quella "all’assessore all’Educazione e alle Politiche per l’infanzia Angela Tittaferrante, rimasta in Comune senza scendere a confrontarsi". Per la verità, l’assessore è scesa, ma la protesta si era già conclusa. Intanto, tra le ipotesi c’è anche quella di un aumento delle tariffe. "Oggi le famiglie pagano 100 euro all’anno. Parliamo di 10mila euro incassati con una copertura del 10% del servizio - ragiona Di Stefano -. I presenti hanno assicurato che sarebbero disponibili anche a spendere di più, quindi valuteremo la possibilità di effettuare una revisione dei costi di iscrizione per un centro che pesa sulle casse pubbliche".