LORENZO CRESPI
Salute

Dona il corpo alla scienza: il gesto generoso di Rosa. Cosa significa e perché è una scelta importante

Varese, la decisione di un’anziana dopo aver appreso una diagnosi severa. Il primo caso nel suo genere in Asst Sette Laghi in seguito alle recenti normative: “Le siamo davvero riconoscenti”

I ricercatori avranno a diposizone il corpo della donna per dodici mesi

I ricercatori avranno a diposizone il corpo della donna per dodici mesi

È un grande atto di generosità - il primo nel suo genere in città - quello compiuto da una donna varesina, che poco prima di morire ha deciso di donare il suo corpo alla ricerca scientifica. Giunta alla soglia degli ottant’anni, la signora Rosa (nome di fantasia) riceve una diagnosi severa: la malattia di cui soffre è una di quelle che prevedono una rapida perdita delle autonomie di base e una ridotta aspettativa di vita.

La donna provvede così a definire subito un aspetto che le sta evidentemente molto a cuore: il proprio destino negli ultimi giorni e dopo la morte. Si reca in Comune e deposita le proprie volontà, sotto forma di Dat (Disposizioni anticipate di trattamento). Al contempo pensa anche alle altre persone che come lei si troveranno a lottare contro qualche malattia che improvvisamente li riguarderà, magari una di quelle per cui oggi non è ancora conosciuta una cura efficace.

Sul finire della scorsa estate Rosa sottoscrive una scelta innovativa: dopo la morte donerà il suo corpo alla scienza. Il decesso avviene purtroppo nell’ultimo giorno dell’anno appena concluso. Acquisita in quello stesso giorno l’informazione dalla figlia, fiduciaria per la madre, la struttura di Medicina legale di Asst Sette Laghi, diretta da Massimo Alonzo, si attiva per poter realizzare la volontà della signora Rosa. E così, per il prossimo anno, Rosa continuerà ad essere di supporto in un centro autorizzato per la conservazione dei corpi dei defunti, a fianco di medici e ricercatori quotidianamente impegnati nello studio di malattie rare e cure innovative.

Trascorsi 12 mesi, come previsto dalla legge, Rosa potrà tornare ad essere accolta dai suoi cari, lasciando alle generazioni future un grande esempio di altruismo e bontà. «Questo è il primo caso per Asst Sette Laghi di donazione del corpo alla scienza - spiega Alonzo - e ci auguriamo che possano seguire ulteriori casi di analoga generosità finalizzata a favorire ed accelerare il progresso scientifico negli anni a venire. Il desiderio della signora Rosa si è compiuto grazie all’introduzione della Legge n. 10 del 2020, che ha avviato in Italia una nuova regolamentazione sul tema della donazione del corpo, migliorando la protezione dei diritti dei donatori e delle loro famiglie. Siamo davvero riconoscenti alla signora Rosa».