Lainate, Battista ucciso dal coronavirus: "Qui c’è quella brutta malattia"

L'81enne di Saronno era ospite nella Rsa milanese. La figlia: dispositivi di protezione in ritardo

La situazione in molte Rsa è drammatica e i tamponi arrivano soltanto adesso

La situazione in molte Rsa è drammatica e i tamponi arrivano soltanto adesso

Lainate (Milano), 20 aprile 2020 -  "Perché mi avete fatto portare in ospedale che c’è quella brutta malattia?". Era mercoledì 8 aprile quando Battista, 81 anni, ospite della Rsa di Lainate, dopo due giorni di sintomi sospetti e una crisi respiratoria, è stato trasportato d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale di Rho. Era affannato, disorientato e molto preoccupato, quando alle otto del mattino ha telefonato alla figlia Maria Capalbo. In testa una sola domanda. Quella è stata l’ultima telefonata perché le sue condizioni si sono aggravate e giovedì 9 aprile alle 14.40 del pomeriggio è morto per embolia polmonare nel reparto Covid-19 dell’ospedale di Garbagnate Milanese.

"Il suo è stato il primo decesso tra gli ospiti della Rsa lainatese, dopo sono morti altri anziani. Quello che sta succedendo nelle case di riposo è un fallimento dell’umanità perché ci sono tante responsabilità - racconta la figlia Maria -: l’Ats ha mandato i dispositivi di protezione individuali per gli operatori sanitari in ritardo. Sicuramente mio padre è stato contagiato da un operatore perché lui era piuttosto asociale, non si muoveva mai dalla sua stanza, non faceva fisioterapia, non partecipava alle attività di animazione, aveva la sua televisione in camera, quindi le occasioni in cui era a contatto con gli altri ospiti erano pochissime. Nelle ultime telefonate mi ha raccontato che l’ospite della stanza accanto aveva la febbre da giorni e che poi si è ammalato anche il suo vicino di letto".

La storia di Battista, purtroppo, è simile a quella di molti anziani uccisi dal Covid-19 in Lombardia. Una storia che i familiari hanno vissuto e ricostruito a distanza, affidandosi ai racconti del papà e del medico della struttura di via Marche: "Era un mese che non vedevo papà perché giustamente nella Rsa hanno chiuso gli accessi ai familiari il 3 marzo. Ha avuto qualche linea di febbre e una brutta tosse tipica degli ex fumatori, ma poi il medico mi aveva rassicurato e io mi fidavo, ero abbastanza tranquilla, mi avevano detto che da loro non c’erano stati contagi tra gli ospiti, forse perché non erano arrivati i tamponi - spiega la figlia -. Quando mercoledì è stato ricoverato all’ospedale di Garbagnate Milanese, il tampone ha confermato che si trattava di coronavirus, aveva una polmonite interstiziale. Giovedì la crisi respiratoria, nel pomeriggio è morto. Per fortuna la dottoressa che ci aggiornava sulle sue condizioni è stata molto brava e professionale".

La salma di Battista è stata restituita ai familiari e portata nel cimitero di Saronno, dove è stato sepolto accanto alla moglie. "Il dramma nel dramma è di non esser potuta stare vicino a mio papà e accompagnarlo nelle ultime ore di vita", il dolore di Maria.