Un’icona e l’esorcista contro la paura del fantasma a Bollate

Nel palazzo di via Turati 40 a Bollate la gente convive ormai con la paura. Due anziani signori, a cui è stata assegnata una delle prime abitazioni rimesse a nuovo: "Mia moglie non vuole salire, ha paura. Senza la benedizione del prete non vuole entrare, eppure qui ci dovremo stare finché campiamo" di Monica Guerci

L'ingresso dell'appartamento (Studionord)

L'ingresso dell'appartamento (Studionord)

Bollate (Milano), 19 febbraio 2015 - Qualcuno ieri ha messo un quadro della Madonna sopra le cassette della posta. Proprio davanti all’ascensore della scala G, dove al quarto piano vaga il fantasma di una donna bionda e avvenente «che da queste mura non se ne vuole andare», secondo i racconti degli inquilini. Nei casermoni popolari di via Turati 40 a Bollate le storie di spettri e di fantasmi si moltiplicano in queste ore e così l’avvio della riqualificazione attesa da 20 anni è già finita nell’ombra. «Ci hanno dato la casa nuova con gli spettri», lamenta la famiglia, due anziani signori di origine siciliana, a cui lunedì mattina è stata assegnata una delle prime abitazioni rimesse a nuovo. Appartamento che qualche anno fa era occupato da una chiromante. Dopo la fattucchiera sarebbero passate altre tre famiglie da li, ma lo spettro è rimasto.

«Mia moglie non vuole salire, ha paura. Senza la benedizione del prete non vuole entrare, eppure qui ci dovremo stare finché campiamo», racconta l’uomo, 75 anni che ai fantasmi ha sempre creduto. «Questa è un’anima innocente, ci terra compagnia», dice mentre un pezzo alla volta raccoglie le loro cose dal terzo piano, dove ha abitato fino ad ora, e con l’aiuto del figlio le porta su. Per il momento pochi oggetti. «Non c’è fretta», sottolinea. L’appartamento che lasciano al terzo piano è identico, stessa metratura, stessi locali, lo devono liberare perché rientra nel piano della riqualificazione del caseggiato stanziata con i fondi di Regione Lombardia per 9,5 milioni di euro.

«Hanno fatto solo dei rattoppi - dice l’uomo - ma quale riqualificazione? I tubi dell’impianto di riscaldamento sono quelli di 40 anni fa, li hanno lasciati cosi come sono e sopra ci hanno rifatto i pavimenti. Ma quanto dureranno? Le case sono nuove dentro ma intorno è tutto vecchio e cade a pezzi». L’incubo degli spettri si aggiunge alla triste realtà di questi spazi, lasciati all’incuria e al degrado per troppo tempo. «Rimediare non si può più, avrebbero dovuto demolire tutto e darci case nuove», lamentano gli inquilini di via Turati che mal stanno digerendo il piano della mobilità che coinvolgerà scala dopo scala almeno 55 famiglie.

«Non possiamo scegliere, non abbiamo alternative, dove dobbiamo andare alla nostra età», dice l’anziano signore del quarto piano. «Mia moglie piange, ha paura a venire sopra. Ieri è salita e la scopa che era appoggiata al muro senza che nessuno la toccasse è caduta a terra», racconta. Lo spettro della donna bionda sarebbe addirittura stato fotografato dal muratore che lavorava nell’appartamento. Un’ombra immortalata nel cellulare che solo in pochi avrebbero visto. «Domani mia moglie richiama il prete - torna a dire l’anziano -, se non può venire andrò a chiamare padre Egidio Zoia», sacerdote ed esorcista di Castellazzo.

monica.guerci@ilgiorno.net