Rho: "Sì, a scuola c’è chi spaccia droga"

Le presidi dei tre istituti superiori: siamo noi a chiedere controlli

Unità cinofile all’interno di una scuola

Unità cinofile all’interno di una scuola

Rho (Milano), 2 marzo 2019 - «È inutile tapparci gli occhi, il fenomeno dello spaccio di droghe leggere è presente anche nelle nostre scuole. Come dirigente scolastica non ho nessun timore a dire che a volte ho chiamato io le forze dell’ordine per fare dei controlli tra gli studenti soprattutto quando mi sono accorta di movimenti sospetti». È il pensiero di Michela Vittorio, preside dell’Ipsia di via Bersaglio e dell’Olivetti di via Dei Martini di Rho, quasi 1.000 studenti.

All'indomani della denuncia da parte della polizia locale di tre studenti, di età compresa tra i 16 e 17 anni, sorpresi con oltre 150 grammi di hascisc e marijuana, centinaia di euro in contanti e materiale per confezionare le dosi, tra i banchi di scuola, si torna a parlare dell’allarme droga nelle scuole superiori. Nonostante i controlli di polizia locale, carabinieri, guardia di finanza e poliziotti del Commissariato, affiancati dalle unità cinofile, nelle aree frequentate dai giovani e negli istituti scolastici, i fermi dell’altro giorno e le indagini ancora in corso, confermano che il fenomeno è ancora presente, «da noi ci sono controlli preventivi periodici è inutile fare i falsi moralisti, bisogna invece essere consapevoli di quello che succede nella propria scuola, anche a garanzia della maggior parte degli studenti che non assume nè spaccia droga», conclude la preside Vittorio.

Poco distante, il liceo scientifico Majorana è invece finalmente riuscito a cancellare la cattiva reputazione che aveva 15 anni fa quando il preside finì a processo perché gli alunni fumano spinelli nei bagni della scuola, lui lo sapeva e non faceva nullo per impedirlo. Quella è storia passata. Ne sa qualcosa Paola Molesini, dirigente scolastica nel liceo di via Ratti da 10 anni, «da quando sono arrivata ho sempre collaborato con le forze dell’ordine e chiesto anche interventi a sorpresa, l’unica cosa che non ho mai fatto è stata quella di fare entrare i cani antidroga nelle classi - spiega la preside - con i docenti controlliamo a vista gli studenti, anche se sono tantissimi, la scuola è grande e quindi non è escluso che qualcosa sfugga, ma non credo ci siano situazioni di spaccio. Se abbiamo sospetti su qualche studente coinvolgiamo i loro genitori. Accanto al sistema di controllo c’è anche l’aspetto della formazione con incontri e progetti sulle dipendenze». Anche all’istituto professionale Mattei di via Padre Vaiani accanto ai blitz delle forze dell’ordine la dirigente scolastica, Maria Lamari, da anni ha messo in campo altre strategie per prevenire e combattere lo spaccio e la dipendenza dalla droga, «la scuola è una comunità educante, a malincuore in passato ho chiesto dei controlli tra gli studenti, la situazione è migliorata anche grazie ai progetti educativi e formativi che abbiamo avviato».