Cesate, scatena il panico in Comune armato di coltello: "Datemi i miei figli o mi ammazzo"

Protagonista un siriano di 57 anni. Attimi di terrore negli uffici dei Servizi sociali

L'intervento dei carabinieri

L'intervento dei carabinieri

Cesate (Milano), 23 marzo 2019 - Coltello da cucina in pugno, si è presentato negli uffici dei Servizi sociali di Cesate minacciando di togliersi la vita se non gli avessero fatto vedere i suoi figli minori. Momenti di panico e paura, poi l’intervento dei carabinieri che hanno convinto l’uomo a desistere dal suo intento e infine un trattamento sanitario obbligatorio per accertare le sue condizioni psichiche.

È successo giovedì mattina in municipio. Protagonista un cittadino di origine siriana, 57 anni, pregiudicato. Intorno alle 11 si è presentato negli uffici comunali perché nei giorni scorsi, rientrato dal suo Paese, non ha trovato la moglie e i figli minorenni. Aveva già ricevuto spiegazioni sul provvedimento preso nei confronti dei figli, ma non accettava di stare lontano da loro. Urlava contro le assistenti sociali, agitando minacciosamente il coltello: "Ditemi dove sono i miei figli o mi tolgo la vita".

Le assistenti sociali, nonostante lo spavento, hanno saputo gestire la situazione e cercato di calmare l’uomo, ma è stato inutile. I due figli minori sono stati allontanati dalla famiglia in seguito ad alcune denunce per maltrattamenti presentate dalla moglie e sono stati collocati in una comunità protetta. Ma il 57enne non voleva sentire ragione, secondo lui gli erano stati tolti ingiustamente, sentiva la loro mancanza e li voleva riabbracciare. Dopo una decina di minuti gli assistenti sociali hanno chiamato il 112 e sul posto è arrivata una pattuglia dei carabinieri della locale stazione e un’ambulanza del 118. I militari hanno prima calmato l’uomo, spiegando che non avrebbe ottenuto nulla con il suo comportamento aggressivo, poi l’hanno convinto a consegnare il coltello e infine lo hanno fermato. Era molto agitato tanto che i soccorritori, dopo i primi accertamenti sul posto, l’hanno trasferito all’ospedale di Garbagnate Milanese e sottoposto a un Tso. Ora il siriano è ricoverato in attesa di capire se quel gesto avrà anche conseguenze giudiziarie.